Il comandante dei vigili di Bolzano"In ospedale diamo poche multe"

Nel 2009 in città sono state fatte 62.600 contravvenzioni: "Il dato nudo e crudo può anche impressionare ma il miglioramento è continuo". Sergio Ronchetti respinge le accuse di scarsa tolleranza da parte della polizia municipale e spiega quali regole rispettare per evitare di incorrere nelle sanzioni



 BOLZANO. La giudice di pace Mirta Pantozzi ha annullato una multa fatta ad uno scooterista davanti all’ospedale perchè «il divieto di parcheggio non era segnalato» e perchè «serve più tolleranza». Il comandante dei vigili Sergio Ronchetti non entra nello specifico ma ammette che «il caso ospedale è difficile da gestire ed imbarazzante». Sui ricorsi però nessuno spiraglio: «Nell’80% dei casi le sentenze sui verbali sono a nostro favore».
 Il rapporto tra la città ed i suoi 133 vigili (111 in strada ed 8 nuovi) è conflittuale, fatto di odio ed amore. Li odi se ti stangano. Li adori quando stangano gli altri. E Ronchetti lo sa molto bene.
 E sa che in tanti hanno provato un sottile piacere alla bacchettata della giudice.
 Ospedale e multe, lei cosa dice?
 
«All’inizio è stato difficile. Alla gente non entrava in testa che non poteva più parcheggiare come aveva sempre fatto e le multe ci sono state. Adesso la situazione è migliorata: ne facciamo tutti i giorni ma poche. Gli automobilisti si sono adeguati ma non è stato affatto semplice».
 Questione bollente?
 
«Diciamo che resta difficile da gestire ed imbarazzante anche perchè l’alternativa è onerosa».
 Parla del garage?
 
«Esattamente. La gente non ha alternativa. Sì c’è il bus, c’è la bici, c’è lo scooter ma capisco anche che in certi momenti si sale in macchina e si va».
 Avete tanti ricorsi?
 
«Non ho i dati dell’ospedale nel dettaglio ma posso dire che nell’80% dei casi le sentenze sui verbali sono a nostro favore. Quindi a fare notizia è l’eccezione, non la regola».
 Ripristinerebbe i parcheggi soppressi?
 
«Sì, lo farei».
 Un invito a Ladinser a darsi una mossa?
 
«Nessun invito, mi avete cbiesto cosa farei io».
 Quante multe sono fioccate in tutta la città nel 2009?
 
«62.600 in tutto. Il dato nudo e crudo può anche impressionare ma il miglioramento è continuo. Pensate che dal 2002 al 2005 bolzanini, ma anche tanti turisti e pendolari hanno pagato una media di 75.000 contravvenzioni l’anno, nel 2006 è andata meglio (65.000)».
 La città è convinta che dobbiate far cassa.
 
«Non ho mai avuto pressioni dall’alto in tal senso. Siamo alla leggenda metropolitana. E non proviamo nessun godimento a tirar via soldi alla gente in tempi di crisi come questo».
 Quali sono i nervi scoperti?
 
«I parcheggi sulle strisce blu (15.136 multe in tutto) e le zone colorate (11.200). Poi il mare magnum delle soste vietate, dei passi carrai, dei veicoli che invadono il marciapiede e ancora auto abbandonate sulle piazzole bus o invalidi, gente che telefona al volante, che guida senza cinture di sicurezza, che attraversa col semaforo rosso».
 Le zone più sensibili?
 
«Quella davanti al Cineplexx dove gli spettatori della multisala continuano a parcheggiare a casaccio anche se poche centinaia di metri c’è il Mayr Nusser. Via Milano dove c’è chi non resiste al fascino (tutto italico) dell’auto piazzata sulla carreggiata anche se a fianco c’è il posto libero. Via Guncina dove anche la sera c’è chi molla la macchina in mezzo alla ciclabile».
 Cosa ne pensa dei vigili ausiliari che controllano i parcheggi blu?
 
«Che fanno bene il loro lavoro e che si sono un po’ ammorbiditi rispetto all’inizio anche perchè ho chiesto loro - che sono dipendenti Seab - ragionevolezza nell’intervento. Non mi sembrava il caso di multare il poveretto che era andato a far moneta o che era al parcometro».
 Comandante ma quanti sono i vigili ausiliari?
 
«Sei in tutto».
 Scusi, sembrano seicento.
 
«Diciamo che sono mobili e veloci negli spostamenti perchè girano in bici o in motorino».
 C’è dell’altro?
 
«Non ne posso più della letteratura che ci vuole appostati dietro i cespugli, spuntare all’improvviso con il libretto. Non siamo falchetti. Credo solo che una città sia più vivibile se c’è il rispetto delle regole. E poi guardate che sono i cittadini a chiamarci per segnalarci questa e quella irregolarità. Cittadini che però, quando si tratta di una loro debolezza, diventano indulgenti. Ed in mezzo, alla fine, restiamo sempre e solo noi».













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