Il Comune: «In via Galilei Podini senza concessione» 

Il municipio avvia il procedimento per la demolizione del nuovo edificio L’avvocato della società: «Tutto in regola». La soluzione possibile: la sanatoria


di Davide Pasquali


BOLZANO. Via Galilei, nuovo cantiere della Podini Holding accanto al Twenty, con cui la nuova struttura - che sarà destinata al commercio in zona produttiva con merceologie ridotte (tipo auto, arredi, ingombranti) - avrà in comune il parcheggio interrato. Il municipio, a seguito di una verifica effettuata dai vigili del controllo costruzioni, il 31 gennaio ha comunicato alla società l’avvio delle procedure «per la rimozione e rimessa in pristino dell’area».

Il Comune. A detta dell’ufficio legale di Podini Holding tutto sarebbe in regola. Di avviso differente il municipio, che ieri ha chiarito al nostro giornale: «In relazione alle attività di costruzione riguardanti la p.ed. 1191/1 in C.C. Dodiciville in via Galilei 30 per opera di Podini Holding Spa, l'Ufficio gestione del territorio precisa quanto segue: il Controllo costruzioni ha rilevato nel dicembre 2017 attività di costruzione sulla particella 1191/1 relativa alla pratica edilizia nr. 2016-197-0, la cui concessione edilizia non si è mai perfezionata». L'ufficio preposto, esaminata tutta la documentazione agli atti, «nel gennaio 2018 ha emesso una comunicazione di avvio di procedimento per la rimozione e rimessa in pristino secondo quanto previsto dalla Legge Provinciale 11 agosto 1997 nr. 13». Si precisa inoltre che «l'amministrazione ha sempre la possibilità della richiesta di ripristino dello stato dei luoghi senza che ciò possa esporre l'amministrazione stessa ai danni come da recente chiarimento da parte dell'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato del 2017».

Podini. L’avvocato Pierangelo Fadel, dell’ufficio legale interno della Podini Holding, getta acqua sul fuoco: «Il 20 maggio 2016 abbiamo inoltrato domanda di concessione edilizia. I tempi dell’amministrazione sono solitamente lunghi, ma dopo 60 giorni si può procedere in base alla regola del silenzio/assenso. Abbiamo consegnato la dichiarazione di inizio lavori il 5 ottobre, seguita da una seconda dichiarazione il 2 novembre, in cui si precisava trattarsi di lavori di demolizione Dopodiché abbiamo presentato una domanda di variante non sostanziale, a dicembre 2016. Un anno fa, il 24 febbraio 2017, il Comune ha risposto: il rilascio della variante avverrà solo dopo il perfezionamento della concessione edilizia, che è in fase di elaborazione». Qui non si sta parlando, sostiene Fadel, di un’opera abusiva. «Ci han detto: non avete mai avuto la concessione edilizia, quindi demolite. Presenteremo subito le nostre osservazioni». Il silenzio/assenso, spiega oltre il legale, «non è un cavillo, bensì una norma di sostanza: il privato non può attendere anni per l’assenso o meno al progetto». Per Fadel «non risultano irregolarità». Ma così non fosse, si dovrebbe ricorrere alla sanatoria. «In tal caso si dovrebbe pagare».

Il M5S. «Sembra fantascienza - sostengono in una nota i consiglieri Mariateresa Fortini e Paolo Giacomoni - ma nel XXI secolo c’è ancora chi non attende documenti autorizzativi per iniziare a costruire». Nel caso specifico, «l’attuale proprietario dei terreni, la Podini Holding Spa, nonostante fosse ancora priva della concessione edilizia, ha comunicato l’inizio lavori il 5 ottobre 2016, dopo che il Comune aveva invano richiesto una integrazione dei documenti presentati per poi rilasciare o meno la concessione edilizia». Ignorando la richiesta di ulteriore documentazione, vanno oltre, «la Podini Holding Spa procedeva con l’avvio del cantiere, adducendo incredibilmente a motivazione, un presunto silenzio/assenso del Comune». Tale procedura, prevista dall’art. 69 della legge urbanistica, secondo i grillini è applicabile «solamente a chi abbia presentato tutta la documentazione richiesta dal Comune e non abbia ricevuto alcuna risposta per due mesi». Così «la Podini Holding ha sostanzialmente imposto il proprio progetto al Comune, senza consentirgli tutte quelle osservazioni che, se a taluni appaiono mera burocrazia, consentono però una pianificazione edilizia del territorio e il rispetto di fondamentali norme di sicurezza». Ora «la partita sarà in mano agli avvocati ma, comunque sia, ancora una volta l’aggressività urbanistica dei potenti imprenditori dell’edilizia e la debolezza del Comune fanno sì che questa città cresca con un dubbio rispetto delle regole, non perlomeno quelle della buona urbanistica».













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