Bolzano

Il Daspo urbano si allarga: nuove vie in centro e Casanova

Diventa più grande la mappa del Daspo urbano, vale a dire le vie da cui verranno «banditi» i responsabili di ubriachezza molesta e comportamenti contro la decenza. Contraria l'assessora Rabini



BOLZANO. Si allarga la mappa del Daspo urbano, vale a dire le vie da cui verranno «banditi» i responsabili di ubriachezza molesta e comportamenti contro la decenza. Verrà modificato il Regolamento di polizia urbana di Bolzano. La giunta comunale ne ha discusso ieri, partendo dalla proposta arrivata dal gruppo consiliare Oltre. Le richieste di Roberto Zanin e colleghi sono state in parte accolte e in parte integrate da proposte dello stesso sindaco. Contraria all’operazione l’assessora Chiara Rabini (Verdi), che ha votato «no».

Il Daspo urbano verrà dunque esteso, se la delibera verrà approvata in aula, a piazza Walther, via Alto Adige, piazza Mazzini, corso Libertà, piazza Parrocchia e piazza Gries. La misura dissuasiva sugli abusi di comportamento arriverà fino a Casanova con piazza Anita Pichler. Queste sono le indicazioni della giunta, che verranno sottoposte al voto della commissione e poi del consiglio comunale. In base alla bozza del nuovo regolamento il Daspo urbano verrebbe applicato qui, tra novità e strade già inserite nel 2020: piazza Walther, piazza Mazzini, piazza e viale della Stazione, parco della Stazione, corso Libertà, via Renon, via Garibaldi, via Alto Adige, via Perathoner, piazza Verdi, via e Parco dei Cappuccini, piazza della Vittoria e parco del Monumento alla Vittoria, passaggio Nazim Hikmet, via Nicolò Rasmo, piazza Parrocchia, piazza Gries e piazza Anita Pichler.

Respinta la proposta di «Oltre» di prevedere il Daspo urbano in via Piani. «Il regolamento prevede la vicinanza di luoghi sensibili o di rilevanza artistica», riferisce Caramaschi. La base normativa del Daspo urbano è il decreto Salvini. «In caso di comportamenti molesti e contro la decenza, la polizia municipale può comminare il divieto di frequentazione di quella via», ricorda Caramaschi, «È ovvio che non si tratta di un provvedimento risolutivo, perché quelle persone potranno spostarsi altrove. Lo considero comunque uno strumento utile come dissuasione». Ma Chiara Rabini ribadisce: «Le pene per chi adotta certi comportamenti ci sono già. Il Daspo propone facili soluzioni di immediata presa popolare. L'accento va messo invece su risposte più inclusive, che curino le cause del grave disagio della persona che vive in strada. Alcuni casi sono stati risolti offrendo risposte alle persone e la possibilità di accedere ai servizi socio sanitari».













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