IL DELITTO DI MAGRE'L'ex datore di lavoro: «Maryana aveva paura, voleva scappare da lui»

Alcuni testimoni difendono la ragazza ucraina che ha ucciso il fidanzato con una coltellata al cuore: "Lui la perseguitava". Ma i parenti della vittima la pensano in maniera opposta: "Era un ragazzo buono"


Susanna Petrone


BOLZANO. «E' una ragazza gentile, vittima di quell'uomo. Lui la perseguitava». A parlare è uno dei testimoni chiave dell'indagine che si è presentato in caserma difendendo Maryana Kaminska, la diciannovenne cameriera ucraina arrestata per l'omicidio del findanzato, un giovane turco di 26 anni, Mehmet Yildirim. L'uomo avrebbe visto i lividi lasciati da Mehmet.

Sono le 5 del mattino. Ha saputo alla radio dell'omicidio. Ha saputo che è coinvolta una giovane cameriera ucraina e che la vittima è un uomo turco. Può essere solo Maryana. Può essere solo Mehmet.
Immediatamente l'uomo, un altoatesino per il quale la 19enne ha lavorato diversi mesi come badante, decide di raggiungere il capoluogo altoatesino «armato» di un verbale lungo tre pagine. «Lei non è un'assassina e non è neanche un mostro che ha perso il controllo perché disturbata psichicamente», sbotta l'uomo.

«Maryana è sempre stata gentile con tutti - prosegue il suo ex datore di lavoro - Si è presa cura di mio padre fino al giorno che è morto. Era un periodo felice quello: aveva cambiato il numero di cellulare, era andata via da Bolzano e quindi aveva fatto perdere le sue tracce. Poi dopo un mese lui l'ha trovata».

E lì, sempre secondo il racconto del superteste della difesa, sarebbe ricominciato l'incubo dello stalking: «Ho visto più volte i lividi che Maryana aveva sulle braccia - confessa l'uomo - Sono andato personalmente dai carabinieri a denunciare il fatto, ma senza una denuncia di Maryana non potevano fare più di tanto. Solo che lei aveva paura. E' giovane e inesperta. Ma soprattutto mi diceva: tanto anche se lo denuncio non si fermerà mai. Se Maryana l'ha colpito, allora lo ha fatto perché devastata dalla gelosia di lui. E' quello che ho detto ai carabinieri e sono pronto a dirlo anche davanti al giudice».

L'uomo avrebbe inoltre menzionato un episodio avvenuto quest'estate: «Io e Maryana stavamo parlando di mio padre sul marciapiede davanti a casa. Ad un certo punto ha visto arrivare Mehmet e mi ha chiesto di portarla via. Siamo saliti in macchina. Lui però ci aveva già visti. Mentre stavo per lasciare il parcheggio lui si è piazzato davanti alla macchina e non si è mosso. Io gli ho detto di andarsene. A quel punto ha iniziato a colpire con calci e pugni la mia macchina. Io ero completamente sconvolto. Non potevo credere ai miei occhi. Poi ha aperto la portiera dove era seduta Maryana e l'ha portata via con la forza costringendola a sedersi nella sua macchina».

L'altoatesino è senza parole: «E' una ragazza che lavora in modo dignitoso - conclude - Ha due sorelle in Ucraina. Tutte e due aspettano un bambino. Tra qualche settimana sarebbe partita per portare loro i regali. Sono veramente triste per come sia finita questa storia. Meritava di più dalla vita quella ragazza».
Anche il proprietario del ristorante «Vascello» di Corso Italia è sconvolto: «Maryana ha lavorato per noi qualche mese - spiega - Era una ragazza molto gentile. Li avevo visti insieme un paio di volte». Intanto la mamma di Maryana, che vive a Bolzano, si è rifugiata a casa di amici. E' sconvolta. Continua a piangere. Non riesce a parlare. Non si dà pace.

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