Il delitto di Sarentino: nessuna impronta sul martello

Disposti accertamenti su tracce di sangue e vestiti. Al vaglio la ricostruzione del genero


Susanna Petrone


BOLZANO. Il martello usato per uccidere Rosa Reiterer dai primi accertamenti non risulta avere impronti digitali. E' stata trovata solo una goccia di sangue sull'arma. Verranno esaminati anche gli indumenti di Stefan Kiem, il 41enne reo confesso, che si trovavano su una sedia in camera da letto. E' prevista per oggi l'autopsia sul corpo di Rosa Reiterer, la 75enne di Villa di Sarentino, uccisa sabato sera a martellate a seguito di una lite scoppiata con il genero Stefan Kiem, bolzanino di 41 anni. Sempre per oggi è in programma l'udienza di convalida dell'arresto del tecnico altoatesino che si terrà davanti al giudice delle indagini preliminari Isabella Martin. L'interrogatorio verrà video-registrato. L'uomo - dopo una lunga notte trascorsa con la moglie a decidere cosa fare - si era presentato domenica mattina presso la caserma dei carabinieri confessato l'omicidio. Stefan Kiem, durante un interrogatorio durato oltre cinque ore davanti al procuratore aggiunto Markus Mayr, aveva spiegato di avere colpito accidentalmente la suocera a seguito di alcune battute ironiche di quest'ultima che era solita - secondo le dichiarazioni dell'uomo e della moglie Heidi - a criticare in modo sarcastico soprattutto la vita della figlia. L'autopsia sarà effettuata dall'anatomopatologo Guido Mazzoleni all'ospedale San Maurizio di Bolzano e dovrà stabilire l'esatta dinamica del delitto. Stefan Kiem, infatti, ricorda solo il primo colpo, accidentale, e poi il suo «risveglio». Il medico - se sarà possibile - dovrà stabilire se l'anziana donna è morta dopo il primo colpo e quante martellate le sono state inferte successivamente. Nel frattempo gli esperti dei carabinieri avranno il compito di esaminare l'arma del delitto trovata accanto al corpo della 75enne. Dai primi esami risulta che il manico del martello - in legno - è privo di impronti digitali. L'unica traccia trovata è una goccia di sangue, che potrebbe essere della vittima. Sempre gli uomini della Sisa hanno sequestrato anche gli indumenti del 41enne, che risultano essere sporchi di sangue. «E' stato il nostro assistito - precisa l'avvocato Giovanna Cipolla, che insieme al collega Umberto Musto difende Stefan Kiem - ad indicare agli inquirenti dove avrebbero potuto trovare gli abiti che indossava al momento dell'omicidio. Ha spiegato al magistrato di essersi svestito in camera da letto e di avere lasciato gli abiti su una sedia». Gli esperti dovranno stabilire, grazie alla grandezza e la forma delle gocce di sangue, in che punto del salottino della suocera si trovava Stefan Kiem al momento del delitto. Il tecnico bolzanino ad oggi non ricorda nulla di quello che è accaduto in quei pochi istanti. «Continua a soffrire molto - precisa il legale dell'uomo - Sta seduto nella sua cella e cerca di ricordare quegli atroci momenti». Kiem verrà sottoposto ad una perizia psichiatrica. Gli stessi avvocati difensori hanno confermato che verrà nominato un perito di parte. «Il nostro cliente - conclude l'avvocato Giovanna Cipolla - ha un buco temporale. Lui stesso non sa dire cosa sia successo. L'unica cosa che ricorda è il colpo partito accidentalmente. Poi è tutto buio». L'uomo, una volta capito cosa era successo, sarebbe salito al piano di sopra dove si trovava la moglie e le avrebbe confessato l'omicidio. Dopodiché per l'intero notte la coppia avrebbe discusso e pianto per poi decidere di andare a Bolzano per costituirsi. La moglie al momento si trova presso parenti nel capoluogo altoatesino insieme ai due figli di otto e tre anni. Non vuole vedere nessuno.

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