IL DELITTO DI SARENTINOLa moglie Heidi: Stefan mi ha detto, «Non ti agitare, ho ucciso la mamma»

«Tesoro, ora cerca di stare tranquilla. Ho ucciso tua madre». Cos' Stefan Kiem avrebbe confessato


Susanna Petrone


BOLZANO. «Tesoro, ora cerca di stare tranquilla. Ho ucciso tua madre». Con queste due frasi Stefan Kiem avrebbe confessato sabato sera alla moglie Heidi di avere ucciso a martellate la suocera Rosa Reiterer. La donna, infatti, ha spiegato durante una drammatica deposizione al procuratore Markus Mayr di aver «trascorso la giornata a casa con la figlia grande mentre il figlio piccolo si trovava a Sarentino con un’amica di famiglia». Poi, verso le 19, Heidi avrebbe «sentito un tonfo».
Heidi si sarebbe affacciata sulle scale - non sapendo che il marito stava sistemando una presa elettrica alla madre in salotto - per chiedere cosa fosse successo: «Stefan mi ha risposto che gli era caduta una bottiglia - ha detto durante l'interrogatorio Heidi Reiterer - Poi sono tornata nella stube a guardare la televisione».
Passano i minuti. Stefan sale al piano di sopra, dove la giovane famiglia vive, pur avendo in comune con l'anziana suocera la cucina che si trova al piano di sotto. «Ha portato nostra figlia a letto - dice Heidi al magistrato - Poi volevo scendere di sotto perché il piccolo aveva fame ma Stefan mi ha fermata ed è andato lui a prendere il biberon». I bambini sono finalmente a letto. A quel punto il 41enne non può più trattenere le lacrime: «Amore, per favore stai calma. Ho ucciso tua madre». La donna confessa di aver pensato ad uno scherzo di cattivo gusto: «Ma lui ha ribadito che mia madre era morta - dirà al magistrato - Gli ho chiesto come aveva fatto e lui mi ha risposto di avere usato il martello. A quel punto sono scoppiata a piangere. Lui mi ha abbracciata e mi ha detto che se chiamavo il 118 o i carabinieri avrebbe commesso un gesto di disperazione».
La donna non può credere a quello che sta succedendo. Decide di stare vicino al marito sconvolto. Quando si alza per scendere al piano di sotto lui la ferma: «Mi ha vietato di vedere il corpo di mia madre - dice Heidi Reiterer - Non mi ha permesso di scendere. Siamo rimasti tutta la notte nella nostra camera da letto ad abbracciarci e a piangere». Domenica mattina Stefan scende al piano di sotto e chiude a chiave il salotto dove si trova il corpo della suocera Rosa. Nel frattempo la moglie gli ha preparato la valigia. Stefan sale in macchina con i bambini. Li porterà dai suoi genitori a Bolzano e consegnerà al padre la chiave del salotto che verrà infine data ai carabinieri di Sarentino e della scientifica. Heidi Reiterer, invece, ha il compito di aspettare l'arrivo della cognata. Le due donne saliranno nella seconda macchina per andare a Bolzano. «Ho aspettato che mi chiamasse mio suocero - dice alla fine dell'interrogatorio Heidi - Poi mi ha confermato che Stefan si è costituito e che i bambini erano stati portati a casa dei miei suoceri. Ho raggiunto mio marito in caserma insieme a mia cognata».
Una famiglia distrutta dal dolore, che per il momento si trova a casa di parenti e che presto avrà bisogno di aiuto psicologico per superare tutto questo. L'avvocato difensore Giovanna Cipolla ieri in carcere ha incontrato Stefan: «Ho trovato un uomo molto triste - spiega il legale - Triste per quello che ha fatto. Ha continuato a ripetere di avere davanti a sé solo alcuni spezzoni di quella sera. Ricorda il primo colpo, quello partito accidentalmente. Poi solo buio. Il ricordo successivo è quello del sangue sul corpo della suocera e del pavimento del salotto». Il martello verrà trovato a pochi centimetri dal cadavere dell'anziana donna. Stefan viene descritto come una persona molto meticolosa e controllata, forse anche troppo controllata, che ha fatto scattare in lui il raptus omicida. «Ha reso un'ampia confessione, in maniera precisa», conclude l'avvocato bolzanino Giovanna Cipolla.













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