Il dolore della madre: «L’avevo avvertita» 

Qualcosa nel rapporto di coppia si era rotto in seguito alla malattia di una figlia «Alexandra stava cominciando una nuova vita, il marito non l’accettava»


di Simone Facchini


MERANO. «Avevo provato ad avvertirla. Le avevo detto di stare attenta». È il sussurro che diventa grido di dolore di una madre che ha perso la figlia nel modo più feroce, vittima della furia omicida del genero. «Dopo la guarigione della figlia dalla leucemia, Alexandra aveva ricominciato a vivere. Suo marito non l’accettava».

Quel periodo angoscioso, quella lotta per la salute della bimba cominciata un paio di anni fa e poi vinta, aveva segnato in profondità il rapporto. La ritrovata voglia di vivere della moglie avrebbe fatto scattare qualcosa nella testa di Johnny Beutel. È il quadro che scaturisce dalle parole di Margit Riffeser, mamma della trentaquattrenne uccisa.

All’Huber Hof della frazione meranese di Quarazze, teatro del letale accoltellamento, all’indomani della tragedia tutto pare immutato. I turisti che passeggiano tra le vigne, alcuni si fermano al ristorante Kircher dove l’oste dice di avere sentito le urla, ieri verso l’una. È l’ora in cui il trentottenne austriaco aggredisce la moglie. Le piccole figlie della coppia, emerge dal racconto della madre ai microfoni di RaiUno, erano sulla strada di casa. Tornavano da scuola. Mentre la sorella veniva richiamata dalle grida di Alexandra, qualcuno riusciva a intercettare le bambine. «Ma adesso sanno» ha spiegato ieri la nonna materna. Su consiglio della psicologa, si dà loro risposta alle domande.

Alexandra e Johnny si erano sposati nel 2014. Un matrimonio felice. Poi la malattia grave di una delle bimbe e, in questo frangente e quello della successiva guarigione, qualcosa che si rompe fra i due.

L’uomo, originario del Vorarlberg in Austria dove lavorava nel settore della logistica, non era una presenza costante nella casa della famiglia Riffeser. Dal racconto della madre traspare una situazione di crisi che, probabilmente nota alla cerchia di familiari e amici, non era emersa esternamente. Solo una decina di giorni fa la coppia era stata vista da un’amica mangiare assieme in un locale del centro. Alexandra, che aveva ottenuto la maturità al liceo classico meranese Beda Weber e proseguito gli studi a Innsbruck, stava prendendo le redini dell’attività di famiglia assieme alla sorella, alla quale era legatissima. Assieme avevano trascorso un soggiorno a Parigi, di recente. L’azienda è la Merito, si occupa della commercializzazione in esclusiva per l’Italia di articoli per la casa di marchi tedeschi. Una famiglia unita che all’Huber Hof gestisce anche un alloggio vacanze, mentre i terreni agricoli pertinenti al maso vengono coltivati da terzi.

Tra quei campi e lungo la via Laurin che li solca fino al maso del delitto, prima di inerpicarsi verso Tirolo, ieri regnava il silenzio del lutto. Dal vialetto d’accesso all’Huber Hof sono transitate le auto di chi fa visita alla famiglia, per stringersi e provare a consolare. Un cordoglio al quale si è unito Reinhard Zipperle, presidente del comitato che rappresenta la frazione di Quarazze, e l’amministrazione comunale meranese con un messaggio in cui il sindaco Paul Rösch e la giunta hanno espresso sgomento per il fatto di sangue che ha scosso la piccola comunità di Quarazze e l'intera città di Merano: «Desideriamo esprimere a tutti i membri della famiglia colpita dal lutto il nostro più sincero cordoglio. I nostri pensieri sono rivolti ai familiari e soprattutto alle due bambine. Ora l’intera comunità meranese deve essere al loro fianco». Mentre la giustizia compirà il suo corso, il Comune garantisce di continuare a fare la sua parte nella lotta alla violenza contro le donne: «L’assessorato comunale per la parità fra uomini e donne promuove e sostiene una serie di iniziative che contribuiscono a prevenire questo fenomeno, a sensibilizzare l’opinione pubblica e a combattere ogni forma di violenza. Le iniziative e gli eventi vengono coordinati dalla Rete antiviolenza della città di Merano», alla quale appartengono diversi attori istituzionali e dell’associazionismo.













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