La storia

Il dono di Tina e Riccardo Perotti: un’auto elettrica al reparto Cure palliative 

L’iniziativa del Papavero. I coniugi: «L’abbiamo fatto per dare una mano ai malati terminali»



BOLZANO. «A tavola non ci manca nulla, in casa nemmeno. non abbiamo figli, siamo anziani. non che avessimo più di tanto da parte, ma perché non dare una mano a chi ne ha bisogno?» i due coniugi, 80 anni lei, 87 anni lui, la raccontano come fosse la cosa più naturale del mondo. Ovvia, banale, scontata. Non lo è affatto, perché se pochi in questo mondo agiscono a titolo gratuito, ancora meno sono coloro i quali offrono il loro denaro per aiutare gli altri. Specie se a farlo non sono multi miliardari bensì gente semplice, che ha lavorato sodo tutta una vita, rimboccandosi le maniche, con impegno e sacrificio. Questa è la storia della Peugeot 208 elettrica che ieri l’associazione il Papavero ha donato al reparto di cure palliative del San Maurizio, grazie alla consistente donazione di Tina e Riccardo Perotti. Servirà nei servizi a domicilio, per portare sollievo a chi sta soffrendo.

La presentazione

Come precisa la presidente del Papavero, Mara Zussa, lunedì mattina l’associazione ha donato un’auto elettrica, «la prima accreditata Asl». Servirà l’hospice e le cure palliative a domicilio. «Abbiamo potuto fare questa donazione grazie alla generosità di una coppia, Tina e Riccardo Perotti. Hanno fatto una donazione sostanziosa». Nel 2012, il Papavero aveva regalato all’hospice una Panda, che doveva servire per le cure palliative a domicilio, che allora stavano nascendo. «Negli anni abbiamo anche acquistato delle bici elettriche. Adesso, dopo tanti anni, era ora di rinnovare il mezzo. In considerazione del momento che stiamo vivendo e per rispetto dell’ambiente, eravamo orientati su un’auto elettrica. Stavamo valutando la questione, quando siamo entrati in contatto con i Perotti, che avevano intenzione di farci una donazione cospicua, e così abbiamo deciso di affrontare questa spesa assieme».

Come chiarisce la presidente, «questa donazione non ha una motivazione specifica. I Perotti hanno sì avuto qualche parente o conoscente alla cure palliative, ma prevalentemente si è trattato di questo: conoscevano noi e il nostro operato, volevano darci una mano». Non sono nuovi ad azioni benefiche, i coniugi Perotti. Soltanto pochi mesi or sono avevano deciso di donare la bellezza di 2.500 mascherine alla casa di riposo Villa Europa. «Non lo sapevamo, non ce l’avevano detto, lo abbiamo scoperto sul web», chiarisce la presidente. Acquistare l’auto non è stato difficile, anche perché i Perotti alla fine hanno deciso di pagarla tutta loro. Non han voluto sentire ragioni. «Però abbiamo impiegato qualche mese, perché si è dovuto attendere che venisse montata la colonnina di ricarica al San Maurizio». Il Papavero tiene inoltre a ringraziare la concessionaria Barchetti - «ci sono venuti incontro sul prezzo» - e anche la Tt Solutions: «Avvertiti dalla sera alla mattina, hanno dotato l’auto del logo del Papavero. L’auto ci è stata consegnata giovedì, venerdì l’hanno sistemata per la presentazione di lunedì. Quando hanno saputo di cosa si trattasse, hanno detto: va bene così, non ci dovete niente. Piccoli gesti che però aiutano molto».

I donatori

«Con mio marito abbiamo pensato: chi più di loro, più dei malati terminali, ha bisogno di una macchina?» Lo racconta Tina Perotti. Mentre il marito è più riservato, lei racconta volentieri, «perché le buone azioni sono contagiose». Tina parla chiaro: «Siamo persone normali, abbiamo lavorato una vita, risparmiato, non che ne avessimo tanti. Siamo sposati da 60 anni. Mio marito aprì la Luminosa, il negozio di casalinghi di via Torino, nel 1957. Siamo stati fortunati. Abbiamo avuto bravi dipendenti, con cui siamo ancora in buoni rapporti. Siamo in buona armonia, in buona salute, non ci manca niente». Mai stati con le mani in mano, i Perotti, neanche dopo aver lasciato il negozio a un nipote, a inizio anni Duemila. «Ci occupiamo di aiuti ai poveri, con il sostegno di don Jimmy, che 23 anni fa ci diede le chiavi dei Tre Santi. Recuperiamo cose vecchie che possono ancora essere utili». Nei mesi scorsi la donazione di mascherine, ora l’assegno staccato per il Papavero. «Abbiamo chiesto ai nipoti: ci hanno detto che per loro andava bene, che era un bel gesto». È una cosa normale, conclude Tina. «Quando si può, perché non farlo?»

A cosa servirà

La Peugeot elettrica servirà per le cure palliative a domicilio, ma servirà soprattutto a ripartire, dopo un anno tremendo, dove i malati terminali esistevano lo stesso ma non potevano contare sul supporto personale di volontari e parenti. La presidente del Papavero commenta: «Siamo sempre stati presenti, quando c’era bisogno, anche in quest’anno, ma ora, anche perché la maggior parte di noi è vaccinata, speriamo di poter riprendere l’attività appieno, sia l’assistenza che la promozione dei nostri servizi, per farci conoscere, per far capire che ci siamo. Nell’ultimo anno abbiamo colto l’occasione per formarci. Siamo diventati bravissimi “Zoomisti”, abbiamo raggiunto ottimi risultati. Ora speriamo di poterli mettere in pratica al più presto». DA.PA.













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