l'accordo

Il legno infestato dal bostrico viaggia su rotaia verso l’Austria 

L’intesa con Rfi e Rtc. È partito il primo treno con 1.600 tonnellate di tronchi «morti». Serviranno per usi industriali Ogni convoglio corrisponde a 45 Tir. Alfreider: «Così spostiamo le merci dalla gomma alla ferrovia già oggi»



BOLZANO. Il legno infestato dal bostrico viaggia su rotaia. Il primo convoglio è partito giovedì sera, 18 vagoni da 1.600 tonnellate totali, su un binario allestito nella zona Siberia. È l’equivalente di 45 Tir, ma con molte meno emissioni. Per l’assessore alle Infrastrutture Daniel Alfreider è un grande passo avanti: «Il Bbt lo vedremo nel 2032. Oggi, con il “treno del legno”, possiamo spostare subito il traffico dalla gomma alla rotaia». L’investimento della Provincia ammonta a 300mila euro, attinti al programma Rola.

L’infestazione da bostrico

Dopo Vaia, il bostrico ha proliferato nelle foreste altoatesine. Il consigliere provinciale Franz Locher, accompagnato dai colleghi dell’ala contadina della Svp Josef Noggler e Manfred Vallazza, snocciola dati: «Gli attuali 5 milioni di metri cubi infestati diventeranno 10 entro la fine dell’anno, se non facciamo qualcosa. Il fabbisogno annuo delle nostre segherie tocca i 500mila metri cubi, al pari di quello del teleriscaldamento».

Domanda e offerta

I proprietari e i gestori dei boschi non sanno più dove stipare i tronchi degli alberi morti. «Si tratta di dare una mano al nostro paesaggio, alla nostra agricoltura», specifica il vicesindaco Luis Walcher, pure lui dell’ala contadina della Svp. Oltre il Brennero c’è chi volentieri comprerebbe il legname, che è di seconda scelta ma resta utile per scopi industriali.

Ciò che fa incontrare domanda e offerta è il treno del legno, appunto. Quello partito ieri per il Tirolo del Nord era un convoglio di prova: i trasporti saranno potenziati dalla metà di giugno, quando allo scalo Siberia saranno disponibili due binari per poter caricare due treni. Ne partiranno tre ogni settimana.

L’intesa lampo

Il Ceo di Rtc Martin Ausserdorfer ricostruisce l’intesa lampo tra i vari attori. «Innanzitutto, Alfreider è andato al Commissariato del governo, dal prefetto Vito Cusumano, per chiarire la questione della zona Siberia insieme a Rfi e all’esercito», spiega, «La convenzione è arrivata nel giro di due mesi, rapidissima». Rtc ha portato da Genova una locomotiva diesel per la trazione. Ausserdorfer prosegue: «È un’operazione finanziaria importante per la nostra società, ma crediamo in questo progetto. Abbiamo trovato un partner in Öbb, già molto attiva in questo tipo di trasporto. Poi ci sono due partner importanti, i privati che comprano il legno. Tutte le imprese possono usare questo trasporto alle medesime condizioni».

Meno emissioni di CO2

Rtc opera a quota fissa, con un margine di guadagno che Ausserdorfer definisce minimo. E togliere Tir dall’autostrada significa ridurre i pedaggi. «Non parlerei di “perdita”, dato che Rtc è una controllata di Autobrennero», così il presidente di A22 Hartmann Reichhalter, «Soprattutto, per noi la sostenibilità è un valore aggiunto. Non vediamo l’infrastruttura ferroviaria come concorrenziale rispetto all’autostrada». S.M.













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