Il medico e dj bolzanino Bertoni morto a New York 

Il cordoglio. Aveva 71 anni, viveva da tempo nelle Grande Mela  dopo aver vinto una borsa di studio come anestesista. Negli anni ’80 è stato uno dei dj del mitico Studio 54 di Manhattan  È stato un protagonista della vita musicale bolzanina tra i ’60 e i ’70


Fabio Zamboni


Bolzano. Arriva da New York la notizia di una nuova vittima bolzanina del Coronavirus: l’altra notte se ne è andato Giancarlo Bertoni, 71 anni.

Il suo fisico minato da alcuni anni di Alzheimer si è arreso al contagio. Bertoni, che era nato nel novembre del 1948 a Cavalese dove la sua famiglia era sfollata durante la guerra, è cresciuto a Bolzano, dove ha frequentato il Liceo Scientifico Torricelli prima di scegliere Padova come città universitaria per laurearsi in Medicina.

Nel 1978 aveva vinto una borsa di studio per un anno di specializzazione in anestesia a New York, e lì è rimasto per il resto della vita.

Prima assieme alla moglie bolzanina Giuliana Adami e alla figlia Alice, poi con la seconda moglie Cassandra dalla quale ha avuto altri due figli.

Anestesista e dj allo Studio 54 di Manhattan

Anestesista stimato – se digitate il suo nome su Google appare un “rating” da cinque stelle - , Bertoni si era fatto notare anche come raffinato deejay, uno dei primi a trasformare quell’arte da semplice cambiadischi a produttore di musica e creatore di playlist ricercate.

Al punto che si era distinto come dj anche nel celebre Studio 54 di Manhattan.

E proprio la musica è stata l’ambito che lo ha fatto conoscere anche nella sua città di elezione, Bolzano: Giancarlo Bertoni era infatti il batterista degli We, storico gruppo beat locale, nel quale aveva sostituito Luciano Casagrande.

Con quel gruppo si era esibito in vari locali bolzanini, partendo dalle grandi feste a Villa Boscoverde in Via Fago, assieme al cantante “Momo” e ai vari De Bosio, Tamiazzo e Marmsoler.

Era la fine degli anni Sessanta e l’intraprendente Bertoni – faccia d’angelo e generosità innata – aveva conosciuto nelle sue scorribande musicali anche un celebre gruppo inglese, quello dei Van der Graaf Generator.

Ne divenne amico al punto da invitarli in vacanza a Bolzano – per la precisione a San Genesio nel 1974 – e al punto da produrre addirittura un loro album in cui manca il leader carismatico Peter Hammill, che non aveva voluto tradire l’etichetta Charisma. In quel disco intitolato «The long hello», appare anche un chitarrista bolzanino allora in carriera, Piero Messina.

Con la musica nel sangue, Giancarlo Bertoni emigrò poi negli Stati Uniti, sempre tenendo contatti con Bolzano, soprattutto con amici come i fotografi e musicisti Ronny Lorenzoni e Gino Insabato, che con lui anno condiviso anche indimenticabili vacanze in Giamaica.

A Bolzano, tornava ogni tre-quattro anni per incontrare i fratelli – Erica, che oggi vive a Levico, e Roberto, scomparso alcuni anni fa – e gli amici.

A New York ha lavorato come anestesista fino al 2016, nel 2017 era stato costretto al pensionamento da un male che non gli dava tregua, l’Alzheimer.

Da un anno era ricoverato in una clinica specializzata. Dove ha contratto il Coronavirus, che purtroppo non gli ha lasciato scampo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Altre notizie

Tennis

Sinner torna in campo, nel Principato primo allenamento verso il Roland Garros

Dopo le cure all’anca al J Medical, Il campione di Sesto ha ripreso in mano la racchetta a Montecarlo sotto la supervisione coach Vagnozzi e Cahill. Ma non ha sciolto le riserve sulla sua partecipazione a Parigi (foto Instagram Sinner)

LA SPERANZA Il post di Cahill che fa sperare i tifosi
IL CAMPIONE "A Parigi solo se sarò al 100%"
DOLORE Per il problema all'anca Sinner si affida al centro della Juve
GOSSIP Nuova fiamma per Jannik? Il gossip su Anna Kalinskaya

Attualità