Il ministro Delrio: «La bandiera italiana resti esposta nei rifugi alpini altoatesini»
Sui nomi dei rifugi va considerato il principio della bilinguità ma anche l’accordo con la Provincia. La formulazione è piuttosto vaga
Il ministro per gli affari regionali Graziano Delrio ha preso ufficialmente posizione sui rifugi sottolinando che «la bandiera italiana dovrà continuare ad essere esposta sui rifugi alpini». Più vaga, invece, la formulazione sulla bilinguità dei nomi dei rifugi stessi, al centro della r ovente polemica di questi giorni.
Riguardo la mozione sui rifugi alpini approvata nei giorni scorsi dal consiglio provinciale a Bolzano il Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Graziano Delrio ieri ha rilasciato precise dichiarazioni dopo aver letto con attenzione la relazione del Prefetto Valerio Valenti.
«Sulla segnaletica di montagna - scrive il ministro - e in particolare sui nomi dei rifugi alpini, da considerarsi esercizi pubblici e sui cui la Giunta provinciale ha deliberato nel 2009 la bilinguità, è stato raggiunto un accordo tra Provincia autonoma e Governo nel rispetto del bilinguismo e con lo specifico obiettivo di fissare una norma condivisibile, volta ad arginare improvvisazioni, che possa consentire di guardare avanti nella convivenza. L’accordo è uno strumento per la comunità altoatesina che può esser utile nella chiusura di una polemica di lunga data”.
«Riguardo la previsione nella mozione – continua il Ministro - di eliminare dai prossimi contratti di gestione dei rifugi l’esposizione della bandiera italiana mi auguro un ripensamento. Sono dispiaciuto infatti (anche da ex sindaco della città del Tricolore) che il Tricolore nazionale, che più volte abbiamo difeso come bandiera di tutti, simbolo del rispetto delle differenze di questo nostro grande Paese, venga usato come arma, sia per segnare confini tra le culture, sia per battaglia politica. I rifugi di norma espongono la bandiera della loro nazione, anche come segno che lì si trova riparo. Non sono leggi ma regolamenti e soprattutto sono buone abitudini. Vorremmo che nei rifugi su suolo italiano si continuasse a esporre una bandiera che è la bandiera dell’Italia di oggi, che guarda verso l’Europa e in cui tutte le culture si possono sentire a casa».