L'INTERVISTA brunamaria dal lago veneri 

«Il mio 8 marzo tra streghe e principesse Ci vuole coraggio» 

La scrittrice. Nei suoi studi su fiabe e tradizioni popolari si è dedicata molto alle donne, anche a quelle scomode «Nel Tirolo storico grandi protagoniste dei diritti femminili»


FRANCESCA GONZATO


Brunamaria Dal Lago Veneri è una scrittrice e antropologa bolzanina, nota per i suoi studi sulle tradizioni popolari e le fiabe a cavallo tra tradizione italiana, ladina e tirolese. Si è occupata molto di donne, di principesse e streghe. Sembra una interlocutrice perfetta per una chiacchierata sulle donne e l’8 marzo.

È stata una femminista?

Non mi definirei così. Ma sono stata sempre dalla parte delle donne, le ho studiate, mi hanno incuriosita, dalle contadine alle principesse, per non tralasciare le streghe, che sono la parte più interessante. E che ci riguarda tutte.

Perché?

Non siamo tutte considerate un po’ streghe?

Erano delle guaritrici, a volte semplicemente erano delle donne con problemi mentali. Erano diverse e le bruciavano, chiamandole streghe.

Quelle donne conoscevano la natura e sapevano usarla. Per queste le invidiavano, le cacciavano e le uccidevano. A me interessano per la loro eccentricità.

La parola «donna»: cosa le viene in mente?

Una storia divertente. Adamo ed Eva nel paradiso terrestre. Lui è bello, lei anche. Girano in questa terra meravigliosa, scoprendo ogni cosa. Adamo raccoglie dei rametti di legno, dà loro un nome e così con tante cose. Arrivano a dei fiori gialli. Eva dice «le chiameremo primule», lui le chiede perché. E lei, «perché no?».

Venerdì sarà l’8 marzo, la Giornata internazionale della donne, dedicata alle conquiste che ci sono state e alle violenze e discriminazioni. Lei ha studiato questa ricorrenza vero?

In Italia ci siamo arrivati tardi. È solo dal 1945 che l’8 marzo viene festeggiato in Italia. Ci siamo arrivate grazie alla mobilitazione trasversale delle donne cattoliche, comuniste e socialiste, attraverso l’Udi, l’Unione delle donne italiane. In Alto Adige si dovette aspettare però il 1946. Peccato, perché in realtà sul tema femminile il Tirolo è stata una terra avanzata. Più avanzata rispetto all’Italia. Pensiamo solo al diritto di voto, conquistato in Italia solo nel 1945, con il suffragio universale. Nel 1919 invece nel Landtag tirolese vennero elette cinque donne. Una protagonista di questa storia è Maria Ducia, leader delle donne socialdemocratiche tirolesi, impegnata nella battaglia per il diritto di voto attivo e passivo per le donne. Questo fermento, intorno al 1910 ha riguardato anche la nostra terra, c’erano pubblicazioni e comizi. Che donna interessante e che nome suggestivo, Maria Ducia. Mi piacerebbe compilare l’elenco delle donne importanti della nostra terra.

Una donna importante per lei?

La cara Inge Bauer Polo, tanti la ricordano come eccellente assessora comunale. Per me era una amica vicinissima. Figlia di una famiglia bene sudtirolese, sposò uno splendido italiano. Allora certe “pazzie” non erano usuali.

Come è stata la sua giovinezza?

Ho fatto il liceo scientifico da sola in una classe di ragazzi. Non mi sono certo spaventata. Sono stata sempre combattiva. Poi ho avuto la fortuna di avere un marito che ha accettato il mio lavoro e gli studi, accanto al mio essere madre di quattro figli.

E come vede le ragazze di oggi?

Le giovanissime le trovo preparate e interessate. Mi dispiace ciò che non abbiamo consegnato loro.

Cosa?

Gli ultimi anni sono stati complicati. Non abbiamo preservato abbastanza i nostri ideali. Adesso tocca a loro. Ragazze, siate sempre combattive».

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