Il nuovo questore: «Furti e alcol sono le priorità»

Lucio Carluccio: il fenomeno dell’abuso di alcolici è più diffuso di quanto si pensi «Chiedo ai cittadini di collaborare, la sicurezza è un valore per tutta la comunità»


di Susanna Petrone


BOLZANO. Lucio Carluccio, 61 anni, è il nuovo questore di Bolzano. Subentra a Leonardo La Vigna, passato all’ispettorato di polizia della Camera dei Deputati. Dal 2011, Carluccio è stato alla guida dalla questura di Brescia. È stato anche vice direttore tecnico operativo della Direzione investigativa antimafia (Dia). In tale periodo furono sequestrati beni per 8 miliardi di euro e arrestati oltre mille criminali.

Ieri mattina, Carluccio ha prima depositato una corona in onore ai caduti. Poi ha incontrato il personale e infine ha voluto parlare con i cronisti. Carluccio, pur essendo arrivato in provincia di Bolzano solo ieri, ha evidenziato la “sicurezza partecipativa” e l’alto senso civico in Alto Adige. «È molto importante - ha spiegato - che il personale sia sempre motivato. Mi sono informato sulle problematiche del territorio. Ma tendo anche a verificare di persona quali sono le questioni da risolvere. Sicurezza partecipata: c’è una sensibilità maggiore in questa provincia da parte di ogni singolo cittadino».

Il nuovo questore ha poi raccontato un aneddoto: «Sono stato in Alto Adige 34 anni fa - precisa sorridendo -. In viaggio di nozze a Solda. Io e mia moglie ci siamo sposati a fine aprile a Roma e volevamo passare una settimana sugli sci. L’unico posto dove era ancora possibile era proprio Solda. Sicuramente ci tornerò nelle prossime settimane, visto che sono legato a quel luogo affettivamente». Tornando al ruolo di questore, Carluccio ha precisato che è «aperto al dialogo e al confronto con tutti». E ha aggiunto: «So che ultimamente si è molto discusso del problema dell’alcol. Non ho ancora approfondito il protocollo del prefetto, ma sono convinto che ogni iniziativa sia utile per risolvere il problema. Purtroppo, è un problema molto diffuso, più di quanto si possa pensare. La prima cosa che va capita è: perché i nostri giovani arrivano a bere così tanto? A Brescia, nel quartiere Carmine, si è venuta a creare una situazione simile al centro storico di Bolzano. Ogni fine settimana, la movida fracassona dava il peggio di sé. Per i residenti della zona era diventato insostenibile, visto che non riuscivano più a riposare. Per questo sono convinto che bisogna cercare le cause di questi eccessi. Ora posso solo dire che approfondirò i contenuti del protocollo del prefetto».

Ma oltre all’alcol, il neo-questore parla anche di crisi e micro-criminalità: «Ci tengo a precisare che devo ancora visionare i dati che riguardano l’Alto Adige, ma a livello nazionale è arrivata la conferma che con l’aumento della crisi economica aumentano anche i furti. Dove c’è ricchezza c’è criminalità: è un binomio indissolubile. I criminali non colpiranno nei quartieri popolari, ma lì dove ci sono villette e zone residenziali. Io posso solo dire che mi limito a constatare questo fenomeno. Farò, comunque, una valutazione più specifica del territorio altoatesino. Ovviamente, dire che la criminalità aumenta con la crisi, non vuole essere una giustificazione. Si tratta semplicemente di un’analisi del fenomeno. In questo modo, ci si può organizzare meglio per contrastare il crimine e per prevenire i furti».

In conclusione, Carluccio “ammette” che c’è una cosa che lo preoccupa: «Non parlo una parola di tedesco - confessa sorridendo -. Ma prometto che mi applicherò».

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