Il preside in classe col «detector» a caccia di cellulari

Vietato l’uso dei telefonini alla scuola media di Termeno Keim: «Ho un apparecchio per scoprire chi sgarra»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Quei cellulari erano diventati un grosso problema: i ragazzi in classe erano più impegnati a rispondere ai messaggi che a seguire la lezione. Qualcuno poi lo scorso anno aveva anche rischiato di mettersi nei guai, facendo le foto di qualche prof e postandole in internet con frasi poco simpatiche. Abbiamo anche organizzato degli incontri con la Polizia postale per spiegare che certi “giochi” sono pericolosi, alla fine abbiamo deciso di intervenire». Il cacciatore di cellulari è Stefan Keim, giovane preside dell’istituto comprensivo di Termeno (429 ragazzi che frequentano medie ed elementari), che un anno fa ha cominciato ad occuparsi seriamente della materia, partendo dalla circolare dell’Intendenza che vieta l’uso dei cellulari a scuola.

«Il problema è - spiega il preside - che quello è un divieto fine a se stesso. Non è prevista alcuna sanzione se uno non lo rispetta. Noi abbiamo dunque elaborato un vero e proprio “concetto”, per cui nella nostra scuola è vietato non solo usare ma anche solo portare il cellulare nella tasca dei jeans o in un taschino se questo è visibile. Per chi viola il regolamento è prevista una nota, alla terza può scattare la sospensione».

Un anno fa, dopo aver elaborato il regolamento, il preside lo ha sottoposto al consiglio d’Istituto, dove sono rappresentati studenti ed insegnanti, ed è arrivato il via libera. Poi l’illustrazione a tutto il corpo insegnanti e ai genitori dei ragazzi delle medie.

La scuola si è anche attrezzata con un armadietto messo all’ingresso dove in apposite scatole, suddivise per classi, i ragazzi possono depositare i cellulari. Qualche mese è partita la sperimentazione.

«E contrariamente a quanto pensavo la reazione dei ragazzi è stata buona: i cellulari adesso li lasciano a casa. Nell’armadio ne verranno depositati una decina al massimo vent,non di più. In tutto abbiamo dato tre note».

Gli studenti hanno capito che stavolta si fa sul serio e il divieto non è un semplice pezzo di carta, quando hanno visto girare il preside per i corridoi della scuola con uno strano apparecchio dotato di antenna.

«È un rilevatore di onde ad alta frequenza che avevo acquistato per me e ora tengo sempre a scuola, se in giro c’è un cellulare acceso comincia a suonare, peggio ancora se arriva un sms».

Il preside non ha dubbi: da quando sono stati banditi i cellulari è migliorato notevolmente il livello di attenzione in classe.

«Più di un genitore poi ci ha detto che i figli hanno scoperto che non è poi così male vivere, almeno qualche ora al giorno, senza avere l’incubo di dover messaggiare in continuazione, per non essere tagliati fuori dal gruppo».

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