Il questore: «L’impegno ripaga in questa città»

Dario Rotondi lascerà tra qualche mese il suo incarico e andrà in pensione: «Ho avuto l’onore di lavorare con persone serie». Sabato festa della Polizia


di Susanna Petrone


BOLZANO. Tra qualche mese il questore Dario Rotondi, lascerà il suo incarico a Bolzano per andare in pensione (sempre se non verrà cambiata la legge). Ecco il bilancio del questore, a tre anni dal suo arrivo nel capoluogo altoatesino, che si prepara alla festa della polizia, la sua ultima, che si terrà sabato.

Dottor Rotondi, professionalmente parlando, cosa le ha dato Bolzano?

«Tanta soddisfazione. Questa è la mia ottava sede in sei regioni. Ho fatto molto, ovunque. Ma ho sempre seguito un principio fondamentale: tenere bassa la tensione. Funziona a Palermo come a Bolzano, sia che si tratti di una manifestazione che dell’adunata degli alpini».

Si è trovato bene con il personale?

«Ho avuto l’onore di lavorare con persone serie e professionali. Non sono mai stato tanto “ubbidito” come a Bolzano (dice ridendo). A parte gli scherzi: questa è una questura che lavora molto bene. Le cose vengono fatte quasi in tempo reale e con dedizione. È soddisfacente lavorare con loro».

Che caratteristiche ha l’Alto Adige, dal punto di vista delle indagini?

«Il bello di Bolzano è che vedi i risultati del tuo lavoro. Questa è una provincia “ordinata”, ricca, che funziona. Non ci sono problemi eclatanti. Si riesce a far funzionare quasi tutto: manifestazioni, controlli, inchieste e lavoro di prevenzione. I problemi sono circoscritti, rispetto ad altre realtà. Se uno si impegna, riesce ad ottenere risultati».

Che cose le ha dato l’Alto Adige, dal punto di vista personale?

«Beh, devo ammettere che qui ho imparato ad amare la montagna e tutti gli sport collegati ad essa. Se non fossi stato spostato a Bolzano, con ogni probabilità non avrei mai imparato a sciare veramente. Ho fatto molte gite in montagna, imparando ad amare le Dolomiti. Ho preso parte, persino, a delle ferrate. E poi, ho imparato a conoscere le caratteristiche di questa terra, che sono legate a due mondi che si incontrano. Si parla sempre di italiani e tedeschi. Ed è vero, in Alto Adige si respira un’aria diversa dal resto d’Italia. Ma credo sia fondamentale cercare il cambiamento, che è condivisione della diversità altrui. E poi diciamolo: i due gruppi linguistici principali dell’Alto Adige non se ne accorgono, ma sono entrambi influenzati dal gruppo linguistico opposto. Questa provincia è ricca, perché “diversa”. Bolzano è un ponte. I colleghi tedeschi si rivolgono a noi, perché siamo bilingui e più operativi».

Come è andata l’adunata degli alpini?

«Molto bene direi. Io ne ho vissute due da questore: Asiago e Bolzano e ho contribuito ad organizzare i controlli per quelle di Bassano e Bergamo. Pensate che 425 persone, quasi tutti alpini, si sono rivolti ai campi medici, mentre 550 sono andati al pronto soccorso. Parliamo di 975 persone, quando in media, durante un fine settimana, sono 800 le persone che si rivolgono all’ospedale nello stesso arco di tempo. Significa che gli incidenti sono stati pochissimi. Di queste 975 persone, solo trenta hanno richiesto aiuto per abuso di alcol. E non parlo di coma etilico. Si sono sentiti male e sono rimasti sotto osservazione. Unico dato negativo: 130 borseggi. Ma la polizia ha arrestato tre persone, autori dei furti».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Tennis

Sinner torna in campo, nel Principato primo allenamento verso il Roland Garros

Dopo le cure all’anca al J Medical, Il campione di Sesto ha ripreso in mano la racchetta a Montecarlo sotto la supervisione coach Vagnozzi e Cahill. Ma non ha sciolto le riserve sulla sua partecipazione a Parigi (foto Instagram Sinner)

LA SPERANZA Il post di Cahill che fa sperare i tifosi
IL CAMPIONE "A Parigi solo se sarò al 100%"
DOLORE Per il problema all'anca Sinner si affida al centro della Juve
GOSSIP Nuova fiamma per Jannik? Il gossip su Anna Kalinskaya

bolzano

Primo giorno al Lido: con lo "spazio giovani"

Invariate le tariffe. In funzione i due bar, resta chiuso il ristorante. A disposizione i campi di calcetto, basket, beach volley. Andriollo: «C’è un cambio generazionale anche tra gli utenti» (foto DLife)


antonella mattioli

Attualità