Il «re» del carnevale di Salorno reclutato tra i donatori Admo

Roland “Perkeo”: «Felice di poter aiutare uno sconosciuto» Tait: «Un testimonial di grande impatto per tutta la Bassa»


di Massimiliano Bona


SALORNO. Claudio Tait, giovane trapiantato della Bassa Atesina, continua a reclutare testimonial di assoluto rilievo per l’Admo. L’ultimo in ordine di tempo è Roland Amort, il “re” del carnevale di Salorno, che un po’ tutti in paese chiamano semplicemente “Perkeo”, dal nome del protagonista della sfilata che attira migliaia di persone.«Roland - spiega Tait - si è recentemente iscritto all'Admo ed ha fatto l'esame di tipizzazione diventando di fatto un potenziale donatore di midollo osseo. Lui è un personaggio tra i più noti della Bassa Atesina in quanto negli ultimi anni ha rievocato durante il carnevale lo storico personaggio di Perkeo. Per noi dell’Admo averlo come donatore di midollo osseo equivale ad avere un testimonial di assoluto spessore, in grado di far passare un messaggio importante anche in ambito locale».

Il nome Perkeo - in realtà si tratta di un soprannome - è stato attribuito al giullare perché quando gli si chiedeva se avesse voluto ancora un bicchiere di vino, lui era solito rispondere, senza battere ciglio, “Perchè no?”.

Perchè no? Perchè non farlo? Questa è la domanda che si è posto Roland Amort, non più nei panni di Perkeo, ma di persona altruista e generosa, sempre al servizio della comunità (ma non solo). Quella stessa domanda lo ha poi spinto ad iscriversi prima all'Avis come donatore di sangue e recentemente all'Admo come donatore di midollo osseo. A indurlo al grande passo è stata una donazione andata a buon fine, che ha avuto per protagonista un altro paesano. «Mi ha colpito - racconta Perkeo-Roland - la storia del compaesano David Eccli che l'estate scorsa ha donato il midollo ad una donna italiana che non conosceva neppure e che probabilmente non conoscerà mai. Ho capito che il disagio che ha avuto durante il breve ricovero in ospedale è stato poi ampiamente ripagato dalla convinzione di aver contribuito a salvare la vita di una persona, anche se sconosciuta. Una sensazione che, a detta di David, lo ha fatto star bene con sé stesso. Dal mio personalissimo punto di vista ho trovato questo gesto generoso e disinteressato veramente unico. Non ho avuto dubbi sul fatto di iscrivermi e se un giorno risulterò compatibile con un malato di certo non mi tirerò indietro. Dall'altra parte ci sono delle persone che soffrono e la sofferenza accomuna tutti senza distinzioni di razza o ceto sociale. Credo si tratti di immedesimarsi negli altri. Se un giorno ne avessi bisogno sarei felice di sapere che qualcun altro è disposto a fare qualcosa per me. Quindi perchè no?».

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