Il regista che racconta la montagna

Il 49enne meranese ha realizzato documentari su varie spedizioni, dal Tibet alla Siberia, dall’America al Marocco


di Ezio Danieli


MERANO. Roberto Condotta ha 49 anni. Ex insegnante elementare - ha lavorato nelle scuole di mezzo Alto Adige - è stato per diversi mesi anche fotografo della redazione meranese dell'Alto Adige.

Nel frattempo la montagna l'aveva già scoperta. Anzi:ce l'aveva nel sangue. Proprio durante un servizio per l'"Alto Adige" a Solda ha avuto il colpo di fulmine.

"Ho incontrato Candido Daz, il mitico operatore della Rai, è lì ho scoperto il fascino della telecamera per vedere, e poter quindi raccontare, il mondo che c'è intorno a me". Dal 1992 Condotta cambia radicalmente la sua professione. "Ma l'inizio non è stato facile, nonostante il grande entusiasmo e la passione. La pratica l'ho fatta durante il lavoro presso Videobolzano 33 dove sono riuscito ad operare con mezzi professionali. E piano piano ha potuto migliorare la mia tecnica".

Roberto è autore ed anche regista. Spesso, anzi: quasi sempre, cura ogni dettaglio di ciò che filma. E' curioso verso la montagna soprattutto.Ma non solo. nei suoi filmati si occupa anche di subacquea. Racconta anche storie dell'uomo, legate soprattutto agli eventi che ne hanno condizionato la vita. Gli piace in particolare occuparsi dei "segni" che hanno lasciato le guerre.

Si dichiara un perfezionista "perchè a me piace ricostruire i dettagli. Lo faccio con grande scrupolo e mi indigno quando vedo, magari in tv, certe ricostruzioni storiche in cui proprio i dettagli sono manipolati o comunque non rispondono alla realtà. Io mi documento prima di girare un documentario".

Come autore e regista è stato più volte al Festival della Montagna di Trento "dove ho avuto apprezzamenti lusinghieri per i miei filmati".

Il suo debutto come regista avviene nel 1997 quando realizza un documentario al seguito di una spedizione italiana di Telemark sulla catena del Medio Atlante in Marocco, poi firma un reportage sul soccorso alpino sul Gran Sasso ed uno sulle immersioni all'isola di Giannutri. Le sue riprese piacciono e, piano piano, Condotta si fa apprezzare. Intanto diventa membro della commissione nazionale di cinematografia del Cai di cui diventa anche vice presidente. Inizia a girare il mondo.

"Sono stato in Croazia al seguito di una colonna di aiuti umanitari della Croce Rossa, ho lavorato come operatore di ripresa per «Scherzi a parte», ho girato una serie di docufilm, ho partecipato ancora al Festival di Trento con un filmato sulla prima salita italiana sul K2".

Condotta non si ferma più: firma documentari di grande spessore sia a New York che in Siberia.

"Ciò che mi soddisfa di più è occuparmi degli aiuti umanitari - racconta - perchè mi piace essere partecipe del buon cuore e della solidarietà verso chi ha particolarmente bisogno. Mi sono occupato, a più riprese, di queste situazioni e vorrei citare "Amici di Casa Mihiri" che ho girato a Galle nello Sri Lanka ed anche il filmato per conto della Fondazione Family Costa e sul sostegno che è stato dato ai bambini ed ai ragazzi in Tibet".

A Roberto Condotta piace anche la ricostruzione storica: "Nel 2009 ho girato il documentario Il Castello delle sterline" sulla storia ambientata a Merano sulle sterline false prodotte dai nazisti a Castel Labers: la ricostruzione mi è costata molto lavoro ma sono soddisfatto". Il documentario ha avuto una serie di importanti riconoscimenti. L'elenco delle opere di Condotta è lunghissimo. Destinato ad allungarsi. Perchè l'ex insegnante elementare è un vulcano di idee. Si occupa anche, e volentieri, dei temi sociali. Ricorda, con piacere, il lavoro "realizzato per conto della Odar- Caritas di Bolzano sul concetto di accoglienza: quattro storie di emarginazione legate alla droga, al carcere, all'immigrazione ed ai senzatetto".

Intanto ha ripreso ad insegnare tecniche video per un corso di formazione professionale di Bolzano. E' sempre disponibile nel mettere a disposizione le sue conoscenze "da diversi anni collaboro con l'Upad di Merano per la realizzazione di corsi di tecnica di ripresa". Ammette che ancora la sua professione risente del periodo di crisi "perchè i soldi a disposizione sono sempre di meno. Ma io vado avanti lo stesso".

Ama ripetere, ogni mattina quando si sveglia, una frase: "Oggi è il primo giorno del resto della mia vita". E poi guarda avanti: "Mi piacerebbe che si potesse concretizzare l'idea, già proposta da alcuni genitori, di aprire a Merano un laboratorio stabile per i giovani in modo da insegnare loro qualcosa del mio mestiere". Conoscendo Roberto Condotta e la sua ostinazione c'è da scommettere che il suo desiderio diventerà presto realtà.

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