Il selfie si paga. I turisti: giusto

Santa maddalena (funes). «Hanno messo il ticket, perché c’è l’assalto dei turisti? Posso capirlo. Tutte le cose belle si pagano». Stella Vecchi, turista modenese in Alto Adige per il weekend assieme...


ANTONELLA MATTIOLI


Santa maddalena (funes). «Hanno messo il ticket, perché c’è l’assalto dei turisti? Posso capirlo. Tutte le cose belle si pagano». Stella Vecchi, turista modenese in Alto Adige per il weekend assieme a quattro amici, ieri è stata la prima a pagare il ticket per percorrere il sentierino che attraversa il grande prato e porta alla chiesetta di San Giovanni a Ranui, nella frazione di Santa Maddalena in Val di Funes, nel parco naturale Puez-Odle.

È una giornata di pioggia, sullo sfondo le Odle si intravedono appena in mezzo alle nuvole. Ma tant’è. I turisti ci sono comunque e sono soprattutto asiatici. D’ora in poi si pagheranno quattro euro a persona per un selfie in una delle location più suggestive e tra le più fotografate dell’Alto Adige, eletta dai social ad uno dei simboli di questa terra a livello internazionale.

La stragrande maggioranza dei visitatori comprende la decisione di far pagare; su facebook invece è una pioggia di critiche che arriva, nella stragrande maggioranza dei casi, da chi ignora un piccolo particolare, ovvero che la famosa chiesetta del ’700 è privata. Fa parte del maso Ranui a 1300 metri di quota, in fondo alla frazione di Santa Maddalena, di proprietà di Gerhard Runggatscher. Ed è proprio a Santa Maddalena che è nato il Re degli Ottomila Reinhold Messner e assieme al padre Josef ha fatto le prime scalato sulle Odle.

I turisti asiatici

«Non è stata una decisione semplice - spiega Runggatscher - ma la situazione, soprattutto negli ultimi due-tre anni - ovvero da quando le Dolomiti sono state proclamate patrimonio dell’Unesco ed è esplosa la mania per i social - è diventata ingestibile. Dalle 5 di mattina alle 10 di sera è tutto un viavai di turisti italiani, tedeschi, inglesi ma soprattutto asiatici: cinesi, giapponesi, coreani. C’è chi si accontenta di qualche scatto fatto col cellulare; chi arriva con macchine fotografiche di ultima generazione dotate anche di cavalletto per fare foto di alta qualità da pubblicare poi su Instagram, da riprodurre in poster e gigantografie. Non solo. Chi vuole lo scatto ancora più “indimenticabile” usa i droni. Finora abbiamo tollerato, però non era più possibile andare avanti così. Nel maso facciamo agritur; i clienti vengono da noi in cerca di un po’ tranquillità, invece -. in certe giornate - è un caos. Anche perché in troppi non sanno che cos’è l’educazione. Arrivano qui, sbattono la macchina dove capita e poi, nonostante i cartelli che invitano a camminare sul sentierino, calpestano l’erba. Non capiscono evidentemente che sono in una proprietà privata; l’erba la facciamo crescere per tagliarla poi due-tre volte all’anno, trasformarla in fieno da dare alle mucche: ne abbiamo una ventina nella stalla».

Prima di decidere di introdurre il ticket, Runggatscher aveva provato con le maniere soft. «Ho messo il filo per delimitare il sentiero; ho installato i cartelli per invitare a non calpestare l’erba e per vietare l’uso dei droni. Non è servito a nulla. Alla fine ho fatto recintare tutta l’area con lo steccato, ho messo il tornello e la macchinetta per il ticket: serviranno 3-4 anni, per ammortizzare la spesa. Ma non avevo alternative».

Chi non vuole spendere 4 euro di ticket può sempre fare le foto della chiesetta dal Fotopoint. «Lo abbiamo creato come Comune - spiega Helga Lantschner, l’assessora del Comune di Funes - assieme alla Forestale a fianco della strada: da lì si ha una bellissima vista sulla chiesetta e sullo sfondo ci sono le Odle. Ma lo usano in pochi».

SovraffolIamento da social

In realtà, il problema del sovraffollamento per eccesso di fama social non riguarda solo la chiesetta di San Giovanni a Ranui, ma un po’ tutta la valle. «Dal Tschanduihof, il maso che gestisco assieme a mio marito e nel quale facciamo anche agritur - spiega l’assessora, che comprende la scelta di Gerhard Runggatscher - si ha una vista perfetta sulla chiesetta di San Giovanni a Ranui. Risultato: capita che alle cinque di mattina, quando arriva il camioncino per raccogliere il latte appena munto, si trovi la strada sbarrata dalle auto di chi è salito fino a 1500 metri, in frazione Colle, per immortalare la chiesetta di San Giovanni, sullo sfondo delle pareti delle Odle, quando il sole sorge. L’altro giorno, dopo una violenta grandinata, c’era una sposa, non so se cinese o giapponese, in abito bianco e tacco dodici che si facevano fotografare con dietro la chiesetta più famosa di Instagram. Gli scatti “matrimoniali” qui vanno alla grande».

Workshop fotografici

L’altra chiesetta resa famosa dai click postati sui social e dai workshop fotografici, organizzati da agenzie internazionali, è quella intitolata a Santa Maddalena che si trova più in alto rispetto alle case della frazione. Josef Fischnaller è il proprietario del maso Zendles e abita lì vicino: «Quella non è privata, ma qualcosa bisognerà pur fare, perché arrivano fin lì con le macchine. Parcheggiano dove capita. Scattano a raffica e poi se ne vanno».

Le location famose

Il problema è cosa fare. La stessa domanda che si sono posti al lago di Braies, reso ancora più famoso dalla serie “Un passo dal cielo” o al lago di Carezza, sui passi Dolomitici, per non parlare di Venezia, Firenze, Roma. Il ticket può essere una risposta? Sicuramente non ridurrà il numero dei turisti, anzi il rischio è che si ottenga il risultato contrario, perché il fatto che si debba pagare renderà ancora più attrattivo andarci e soprattutto immortalarsi. Ma almeno i soldi che si incassano si potrebbero usare per conservare il bene oggetto di tanto interesse e l’ambiente che lo circonda.Se poi il dover metter mano al portafoglio dovesse indurre qualcuno a non limitarsi allo scatto mordi e fuggi, ma a fermarsi un attimo, per guardarsi intorno e cercare di capire dove ci si trova, non sarebbe poi male. «Perché l’impressione - dice l’assessora - è che chi arriva fin qui apprezzi poco di quello che c’è intorno; della storia di questi luoghi e di ci abita. Vengono perché hanno visto le immagini sui social: è così che questi angoli di paradiso sono diventati famosi ed è diventato trendy farsi un selfie sullo sfondo».













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