Il sindaco accusa: slot, ho le mani legate

Spagnolli contro la Provincia: non ci viene detto come dobbiamo regolarci. Attende precisazioni anche il questore


di Davide Pasquali


BOLZANO. Gioco d’azzardo ancora drammaticamente al centro dell’attenzione: mentre la petizione lanciata dal nostro giornale per sensibilizzare la politica ha superato le 2.800 sottoscrizioni, dimostrazione lampante della preoccupazione da parte dei bolzanini per un fenomeno sempre più diffuso, emergono altri dati preoccupanti. Secondo l’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, nei primi tre mesi del 2012 in Alto Adige si sono giocati oltre 200 milioni di euro, quasi 28 dei quali online, sul web, più altri 20 e passa in Gratta&Vinci e affini, più altri 134 in videolottery e slot machine. Insomma, nonostante la crisi, si gioca ancora. «Il gioco non aiuta a risolvere i problemi economici, li acuisce!», commenta il sindaco Luigi Spagnolli, preoccupato dall’andamento della situazione, anche per la palese impossibilità, per lui, di muoversi. Ha le mani legate, il primo cittadino, anche se in consiglio provinciale sta per essere definitivamente approvato un codicillo alle legge provinciale che imporrà al sindaco l’applicazione delle sanzioni, senza però specificare in dettaglio come e quando. «Non possono scaricare tutto sul Comune, senza fornirci davvero gli strumenti per agire», dichiara l’assessore comunale alle attività sociali Mauro Randi. Sulla medesima lunghezza d’onda il sindaco, che rincara: «Anche il questore attende di ricevere indicazioni, da parte della Provincia, sul come applicare la norma sui trecento metri e il resto, perché ci sono una serie di questioni non risolte».

Ma ecco gli ultimi dati: 133,95 milioni di euro spesi in macchinette; 2,65 nelle sale Bingo; 1,25 in scommesse ippiche; 5,2 in scommesse sportive varie; 20,55 in Gratta&Vinci; 7 in Superenalotto; 3,35 in scommesse non sportive; 27,65 via internet. Da gennaio a marzo, fanno 202 milioni di euro.

Raccogliendo l’invito del Consorzio dei Comuni, nei giorni scorsi Bolzano aveva elaborato una mappatura della città coi raggi di sicurezza dai luoghi sensibilili, dalla quale è emersa una sola certezza: in futuro niente più nuove sale giochi. Rimane la questione delle vecchie, allo scadere della licenza, ma come specifica Randi: «A concedere e a revocare le licenze può essere solo la Provincia». Nel mentre, si sono presi contatti col questore Dario Rotondi, per vedere se e quali fossero i margini di manovra del Comune per quanto riguarda le altre macchinette, quelle in bar e ristoranti. «Il questore - chiarisce ora il sindaco - non ha indicazioni da dare, bensì da ricevere, da parte della Provincia, sul come applicare la norma sui 300 metri e il resto, perché ci sono una serie di questioni non risolte. Per quanto riguarda i bar, finché ospitano macchinette omologate, la legge dello Stato li autorizza. Io posso fare di tutto e lo farò volentieri, per quel che posso». Ma, ricorda Spagnolli, «un collega che si è permesso di fare un'ordinanza "forte" si ritrova oggi a dover pagare milionate di euro di danni. Il punto è che si possono fare tutte le regole del mondo, ma se restano in vigore le vecchie, e le nuove vi si sovrappongono, si dà solo lavoro ad avvocati e giudici. Senza risolvere i problemi, con la gente che si gioca stipendi e pensioni, come sempre e ovunque nelle situazioni in cui il futuro dà poche speranze». Intanto, però, in consiglio provinciale la Svp si prepara a fare lo sgambetto al Comune, anzi, ai Comuni.

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