Il terremoto si avvicina, ma non fa paura

Avvertita venerdì notte la scossa di Belluno. Ma le serie storiche parlano chiaro: l’Alto Adige non è a rischio


di Davide Pasquali


BOLZANO. Un’altra scossa sismica avvertita anche a Bolzano poco dopo le 4 di venerdì notte, sentita se non da tutti da molti. Nessun danno, ma irrequietezza, quella sì, tanta. Irrazionale, magari, ma la paura c’è tutta.

Stavolta non c’entra l’Emilia, bensì il Friuli e il Bellunese. I due episodi sono slegati, assicurano i sismologi, ma non tutti si fidano, tanto che nella giornata di ieri, forse andando oltre i propri compiti istituzionali, è voluta intervenire con una nota scritta anche la Cgil. «Siamo sicuri che ce la raccontino giusta?», questo il succo dell’intervento. A rispondere è il vicedirettore dell’ufficio provinciale geologia, Claudio Carraro. Se in Alto Adige qualcuno capisce di terremoti, questo è lui.

«Questo terremoto non si può mettere in relazione con l’Emilia. La scossa tellurica registrata nella notte su sabato ha avuto come epicentro una fascia compresa tra il Friuli e il Bellunese, facendo registrare una magnitudo di 4,5 gradi, assolutamente in linea con quelle che in zona si registrano con una certa frequenza. In passato, un secolo fa, si sono registrate scosse fino al grado sei». Insomma, non ci fosse la concomitanza con il dramma emiliano, «nessuno ci avrebbe fatto più di tanto caso, anche perché pure nell’epicentro non si sono registrati danni a cose o persone. E comunque, la causa è un’altra; la faglia coinvolta è una differente rispetto a quella emiliana; il meccanismo è stato diverso». Non si può mettere in relazione con l’Emilia, questo terremoto di venerdì notte, «non esistono evidenze scientifiche al riguardo», spiega il tecnico. Carraro si sente di tranquillizzare gli altoatesini, e per farlo gioca una carta poco nota, ma decisamente buona.

Prima una premessa: «Attualmente, l’Alto Adige è classificato come una zona a rischio sismico 4. Ciò significa che non è una terra con un forte rischio, ma è comunque possibile che si verifichino scosse telluriche fino al grado 5». Cioè, non è detto che ci saranno, ma non è escluso che si possa arrivare fino a quel grado, comunque non eccessivamente elevato.

La conferma, e questo è l’asso nella mano del tecnico, arriva dalla storia. Ovviamente, metodi di raccolta dati e strumenti di rilevazione sono piuttosto recenti, ma il passato ci può comunque insegnare qualcosa. «Abbiamo di recente terminato - illustra Carraro - di esaminare tutti i documenti storici riguardo ai sismi in Alto Adige. Si tratta di un progetto europeo, cui hanno partecipato anche Austria e Friuli. Abbiamo studiato tutte le fonti scritte esistenti dopo l’anno Mille e possiamo dire con certezza che nell’ultimo millennio in Alto Adige non si sono mai verificati terremoti di forte intensità».

Il più pesante in assoluto risale al 2001, a Merano, «dove comunque non si è superata la magnitudo di 4,8. A Bolzano, sempre dal Mille in poi, si sono però avvertiti tanti terremoti, con epicentro sia in Tirolo del Nord, zona di Innsbruck, sia nel Bellunese e nel Friuli. Come nel caso del terremoto in Friuli del 1976, che fu di magnitudo 6,2. Anche in quel caso, come in Emilia, qui si è sentito. Anche in quel caso ci furono due forti scosse nel giro di tre mesi».

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