la legge provinciale 

Imi azzerata per il turismo Al 50% per le altre attività

Imi azzerata per il settore turistico e dimezzata per gli altri settori economici. La giunta provinciale ha varato ieri una manovra da 60 milioni di euro per ulteriori misure di sostegno post...



Imi azzerata per il settore turistico e dimezzata per gli altri settori economici. La giunta provinciale ha varato ieri una manovra da 60 milioni di euro per ulteriori misure di sostegno post pandemia. Il disegno di legge verrà discusso in consiglio provinciale e nel Consorzio dei Comuni. Ieri l’anticipazione del presidente Arno Kompatscher con il presidente del consorzio Andreas Schatzer. La giunta ha deciso di azzerare il pagamento dell’Imi per le strutture ricettive,

bar e ristoranti nel 2020: fruiranno di una sorta di esenzione una tantum assimilabile a quella per l’abitazione principale. Le altre attività economiche in grado di dimostrare un calo di fatturato del 20% dovuto all’emergenza Covid potranno beneficiare invece di uno sconto del 50 per cento. Si tratta, spiega Kompatscher, «di una importante decisione pensata per attutire gli effetti della crisi post Covid per il mondo dell’economia. Le nostre misure di fatto raddoppiano i benefici previsti a livello statale, dove è stata decisa solamente la sospensione del pagamento dell’acconto 2020». La misura costerà all’incirca 60 milioni di euro. In accordo con i Comuni, che avranno minori entrate pari a circa 6 milioni di euro, riferisce Kompatscher, «abbiamo deciso di andare oltre a quanto previsto a livello statale per il settore turistico, arrivando in sostanza a rinunciare a riscuotere l’imposta. La misura è equa, poiché il resto delle attività economiche, che a livello statale non hanno sconti, in Alto Adige avrà uno sconto del 50%».

Sottolinea Schatzer: «Non siamo mai contenti di rinunciare alle nostre entrate, ma in questo caso facciamo volentieri la nostra parte per dare un contributo concreto per il sostegno dell’economia».

Tutti coloro che vorranno fruire di queste agevolazioni dovranno presentare ai Comuni un’apposita dichiarazione sostitutiva. Le attività non turistiche dovranno però anche dimostrare di avere subito un calo del fatturato almeno del 20 per cento.















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