Imu, Monguelfo e Dobbiaco varano detrazione record

I Comuni pusteresi hanno deciso: sconto di 400 euro, ritoccate al ribasso anche le aliquote delle seconde case


di Aldo De Pellegrin


DOBBIACO. Anche l’Imu, l’imposta comunale unificata sugli immobili reintrodotta l’anno scorso dal governo Monti nell’emergenza economica italiana, a conti fatti può non essere quella brutta bestia che generalmente si dipinge tanto che una sana ed oculata amministrazione è quantomeno in grado di contenerne gli effetti più gravosi per le tasche dei cittadini. In questo senso, negli ultimi giorni i due comuni pusteresi di Monguelfo e Dobbiaco ne hanno dato una consistente dimostrazione, tornando in pratica a salvaguardare la prima casa dei loro cittadini da ogni esborso impositivo o quasi. Lo hanno fatto, su proposta delle rispettive Giunte comunali, deliberando nelle assemblee dei loro consigli comunali convocate direttamente allo scopo, l’aumento della quota esente Imu per la prima casa fino a 400 euro.

Un aumento di quota esente che, nella grande maggioranza dei casi riduce a zero o alla peggio a qualche unitaria decina di euro l’imposizione fiscale che riguarda la prima casa per tutti gli abitanti dei due comuni pusteresi che, peraltro, godranno di ulteriori riduzioni di imposizione anche per quanto concerne le altre categorie di edifici.

Entrando nel dettaglio delle decisioni prese dai due consigli comunali sempre, lo ricordiamo, su proposta delle rispettive Giunte, a Monguelfo oltre all’aumento della quota esente per le prime case, che è stata portata a 400 euro dai 300 previsti nel 2012, è stata diminuita anche l’aliquota di calcolo, dal 7,6‰ al 6,6‰ per seconde case e le abitazioni locate ai residenti mentre non è stato deliberato alcun incremento, rispetto alle aliquote fissate, per gli stabili adibiti ad attività economiche e commerciali, i cui proventi vengono incamerati direttamente dall’erario statale.

Per quanto riguarda invece il comune di Dobbiaco, la detrazione per la prima casa è stata innalzata dai 260 euro fissati per il 2012 ai 400 che sono stati deliberati per il 2013, esentando in pratica o quasi, anche in questo caso i proprietari di prime case ”normali” dal pagamento dell’Imu. Il consiglio comunale del centro dell’Alta Pusteria ha quindi deliberato all’unanimità anche la riduzione al 4,6‰ dell’aliquota Imu anche per le abitazioni cosiddette di servizio, mentre è rimasta invariata l’aliquota imposta alle seconde case dei non residenti e quella per gli immobili destinati ad attività economiche e che viene incamerata direttamente dallo Stato. Per entrambi i comuni, che hanno intrapreso questo passo esemplare in favore dei loro concittadini, il computo generale dei mancati introiti dell’Imu 2013 sulla prima case si valuta in una somma variabile fra gli 80 ed i 90 mila euro che le due amministrazioni pensano di recuperare sia dagli introiti energetici delle aziende municipalizzate come anche da altri diversi risparmi di gestione. In ogni caso, si tratta di un comportamento virtuoso che in molti si augurano faccia scuola anche fra le altre amministrazioni della Provincia. In fondo Dobbiaco e Monguelfo non sono certo i comuni più ricchi dell’Alto Adige.

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