In bici sulla Mendola da 10 anni sfidando anche neve e freddo

I cicloamatori si ritrovano a fine dicembre sui tornanti. Bonatti: «Ormai è come un rito: impossibile rinunciarci»



BOLZANO. Che piova o nevichi ogni anno, tra Natale e Capodanno, c’è un gruppo di appassionati delle due ruote che dal 2000 sale fino alla Mendola, palestra di allenamento in estate di tutti i ciclisti di Bolzano, Oltradige e Bassa Atesina. Anche pochi giorni fa, una decina di ciclisti ha partecipato a quello che è stato battezzato come il trofeo Bonatti. L’ideatore è Carlo Bonatti, grande appassionato delle scalate in bicicletta, che ha contagiato anche i figli.

È così che l’ “invernale” della Mendola, fatta partendo dal Maxi mode center di Caldaro, è diventata un appuntamento tradizionale, per salutare l’anno che sta finendo e cominciare al meglio, ovvero con ambiziosi progetti, quello nuovo.

«L’appuntamento - racconta Marco Bonatti - era per le 9.30, ma l’abbiamo rinviato un po’, perché stava piovigginando e la Mendola era coperta dalle nuvole».

Andare o non andare? Il dubbio è durato poco. Si è deciso di partire comunque. C’erano Giovanni Pandini, appassionato di montagna, che rispolvera la bici solo in occasione del trofeo Bonatti; Rudi Hechensteiner, cicloturista che spesso si cimenta in escursioni che durano anche diversi giorni; Luca, il nuotatore "prestato" al ciclismo; Andrea, specialista delle randonnee (manifestazioni su lunghissime distanze). Mascotte del gruppo Claudio Lovera, 17enne già fortissimo. Ma c’è anche chi come Vanni Vason alla bici tradizionale ha preferito quella elettrica.

La coppia formata da Paolo Candioli e Letizia Flaim si è divisa: lui in bici, lei, che è presidente del Nordic walking, è andata a piedi nel silenzio dei boschi che salgono al passo. Ottima scelta visto che si sono aggiudicati il Trofeo Bonatti.

In cima ad attendere il gruppo c’erano le auto ammiraglie con Carlo Bonatti e Pietro e Andreas Cassina.

Indumenti asciutti per tutti e qualche bevanda calda al bar per scaldarsi un po’. Premiazione, foto di rito e poi ritorno a casa. La discesa in genere è la parte più bella, ma non a dicembre quando piove e fa freddo.

«Però - racconta Marco Bonatti - la soddisfazione di rispettare la tradizione è enorme oltre che di buon auspicio per l’anno nuovo: impossibile rinunciare». ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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