IL CASO

Insulti razzisti a tre senegalesi sui Prati «Siamo sconvolti: aggrediti e umiliati»

«Noi lavoriamo, abbiamo una casa e siamo persone perbene che cercano di integrarsi nella società altoatesina. Ma essere coperti d’insulti razzisti da bolzanini che potrebbero avere più o meno la nostra età, fa molto male»



Bolzano. «Noi lavoriamo, abbiamo una casa e siamo persone perbene che cercano di integrarsi nella società altoatesina. Ma essere coperti d’insulti razzisti da bolzanini che potrebbero avere più o meno la nostra età, fa molto male». A denunciare il grave episodio è un giovane trentenne senegalese, arrivato a Bolzano cinque anni fa, che lavora per un’associazione impegnata sul fronte dei migranti.

C’era lui e c’erano altri due connazionali - uno abita e lavora a Bolzano, l’altro a Merano - lunedì sera, intorno alle sette, sulle passeggiate del Talvera, all’altezza del ponte del Museion, quando sono stati vittime di una brutale aggressione razzista.

«Ci eravamo dati appuntamento - racconta - per andare a cena da alcuni amici italiani».

Gli insulti

I tre stavano camminando e chiacchierando tranquillamente quando, all’altezza del Museion, si sono visti venire incontro due cani.

«Erano senza guinzaglio e abbaiavano, ma né l’uno né l’altro dei due proprietari ha battuto ciglio. Il mio amico era terrorizzato e ha mosso il piede per evitare di essere morsicato. Non l’avesse mai fatto».

Il padrone è arrivato come una furia e invece che scusarsi per non aver tenuto il cane al guinzaglio come per altro prevede il cartello con la scritta: “Area pedonale cani al guinzaglio”, ha coperto di insulti i tre senegalesi.

Le accuse

«Ha accusato il mio amico di aver preso a calci il suo cane. E poi giù con parolacce e insulti pesantissimi che ci hanno fatto davvero male. Nel frattempo si è fermato un passante che ha rincarato la dose. Per evitare che la situazione degenerasse, ho chiamato i carabinieri. Quando sono arrivati, mi sono subito presentato. Ho esibito il mio documento e ho detto che ero stato io a chiamarli. Avrei voluto spiegare. Ma ci hanno invitato ad allontanarci: prima hanno ascoltato la versione degli italiani e poi la nostra. Alla fine hanno preso le nostre generalità e se ne sono andati. Per i due padroni dei cani neppure una contravvenzione, per non aver rispettato l’obbligo di tenerli al guinzaglio». I senegalesi si sono rivolti anche ad un avvocato, per denunciare il brutto episodio, ma il legale alla fine ha consigliato loro di soprassedere. «Vogliamo però che si sappia. Noi siamo persone perbene con un lavoro, una casa e nessun precedente penale. Perché dobbiamo essere trattati così? Si dice che i bolzanini non si sentono sicuri a camminare per strada. Nessuno però, pensa mai a noi. Con il clima che c’è, chi rischia di più siamo noi. Che anche se non abbiamo fatto nulla, siamo considerati sempre dalla parte del torto».















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