Integrazione, Salorno «è il modello provinciale»

Lazzeri: «Pronti a fare un gruppo di lavoro per integrare meglio gli stranieri» Il progetto costerà 10 mila euro e coinvolgerà associazioni e strutture


di Alan Conti


SALORNO. La Provincia ha deciso di dare concretezza alla parola integrazione. L’assessore competente Philipp Achammer ha presentato ieri a Palazzo Widmann un piano articolato che verrà presentato ai Comuni per avviare progetti sul territorio. Un orientamento che nasce da una specifica direttiva di giunta e che sarà alimentato da un fondo che passerà nel 2017 da 200.000 a 500.000 euro. Al suo fianco, in conferenza stampa, Achammer ha voluto il sindaco di Salorno Roland Lazzeri che ha deciso di sposare un progetto mirato proprioall’integrazione. Un gesto simbolico anche per quei sindaci che sul tema nicchiano: «Mi rivolgo - specifica Achammer - a tutti i Comuni. Soprattutto in quelli più grandi bisogna entrare nell’ordine di idee che l’integrazione è un argomento da affrontare». Onda lunga delle scintille con Christian Bianchi a Laives? «Ci sono molti Comuni che possono fare di più» chiude con un sorriso.

Salorno, dunque, è un esempio per il percorso “Salorno, un passo avanti” che, al momento, è poco più di una dichiarazione di intenti ma dovrà sfociare in misure concrete e strategiche. «Partiremo il prossimo anno - spiega il primo cittadino -mettendo allo stesso tavolo le associazioni e chi si occupa di queste tematiche nelle strutture. Senza dimenticare le scuole. A quel punto creeremo un elenco di problematiche che porteranno all’elaborazione di strategie e misure da adottare. Il termine per le prime decisioni è settembre 2017». Salorno ha il 20% della popolazione straniera o con background migratorio: un quarto dei cittadini. Negli ultimi anni c’è anche stata qualche scintilla per il centro di preghiera islamico di via Nazionale che Lazzeri smorza. «Non fu realizzato per motivazioni urbanistiche, non c’erano particolari tensioni sociali nella comunità».

Spazio, dunque, al nuovo progetto che costerà circa 10.000 euro con una quota percentuale, da stabilire, pagata dalla Provincia. «O mettiamo la testa sotto la sabbia oppure decidiamo che questo è un tema che dobbiamo affrontare. Preferiamo la seconda». Con focus fissato su donne e bambini. «Sono le chiavi per riuscire ad ottenere dei risultati nelle famiglie. Con le prime stiamo già lavorando, sui secondi centrale sarà la scuola».

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