Ipes, sparito il ceto medio si attinge alle graduatorie

Cinquanta gli alloggi attesi nell’area di Maia Bassa tra ex Arnika e Sant’Antonio: poche le domande superstiti e 40 saranno assegnati secondo le liste dell’istituto



MERANO. Passo dopo passo la zona residenziale di Maia Bassa tra ex pensione Arnika e rione Sant’Antonio, che l'Ipes aveva destinato al ceto medio, si sta trasformando in un'area abitativa per l'edilizia sociale come tutte le altre. Delle cinquanta domande che ormai due anni fa sembravano fare pressioni sull'istituto bolzanino per realizzare in fretta una zona abitativa di livello, ne sono rimaste una decina.

Tutte le altre sono svanite nel nulla o forse i richiedenti hanno deciso di scegliere altre strade per realizzare il loro sogno di una casa di proprietà, vedi ad esempio la soluzione delle cooperative Tschomper a Maia Alta. Il complesso residenziale che in via Roma è ormai in fase di ultimazione, ospiterà 35/38 affittuari iscritti nelle normali liste Ipes con almeno venticinque punti in graduatoria, mentre i restanti 12/15 alloggi continueranno a seguire la logica dell'alloggio affittato temporaneamente alla classe media residente in città.

La rinuncia del ceto medio ha avuto, come prima ripercussione, il rinvio a data da destinarsi del progetto di ricostruire vicino rione Sant'Antonio, palazzine costruite ormai oltre cinquant'anni fa con poca cubatura rispetto ai terreni impegnati. Uno studio di fattibilità dell'Ipes aveva previsto di investire intorno ai 12 milioni di euro per demolire completamente gli edifici esistenti e ricostruire il rione sfruttando cubature maggiori, tali da realizzare 35 appartamenti in più rispetto alla ventina occupata oggi.

Una iniziativa simile - è lo stesso presidente dell'Ipes Konrad Pfitscher a comunicarlo al consigliere provinciale Alessandro Urzì tramite la risposta a una sua interrogazione - era stata avanzata da una società immobiliare attraverso il "project financing".

All'Ipes fino a un paio d'anni fa mancavano i terreni che i Comuni non mettevano a disposizione per l'edilizia sociale; ora invece a mancare sono i finanziamenti dopo i tagli imposti da Roma anche alla Provincia autonoma di Bolzano. Fatto sta che per ora a Merano sono in piedi tre progetti per la costruzione di nuovi alloggi: i 50 in fase di ultimazione ormai ex ceto medio dietro l'Arnika, i 25 che sono in fase di appalto a fianco della caserma della protezione civile sempre a Maia Bassa e gli appartamenti che potranno essere ricavati nella ex sede Ipes di Merano di via Carducci.

“Con il programma edilizio in fase di realizzazione - scrive sempre il presidente Pfitscher al consigliere Urzì - viene soddisfatta una buona parte del fabbisogno abitativo attuale”. L'istituto per l'edilizia sociale infatti non tiene mai conto della totalità delle domande presentate ogni anno entro la fine di ottobre e delle graduatorie che vengono stilate per aprile dell'anno seguente, ma guarda unicamente a quelle famiglie che ottengono secondo i criteri in vigore più di 25 punti. Per Merano si parla di una novantina di richiedenti al massimo, stando alle graduatorie della primavera 2014. Novanta richieste che con i 60/70 alloggi che sono in costruzione/appalto verranno coperte per i due terzi.

Gli inquilini Ipes di rione Sant'Antonio per ora possono dormire sonni tranquilli: non dovranno né trasferirsi in altri appartamenti né abbandonare la tranquillità del loro quartiere, anche se il progetto di demo-ricostruzione del quartiere potrebbe tornare l'attualità nei prossimi anni. (rog)













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