Kompatscher a Innsbruck alla cerimonia dell’Euregio

Le celebrazioni per la grande guerra in chiave tirolese insieme agli Schützen Oggi a Bolzano bandiere a mezz’asta. L’ex ministro Giovanardi: «È un errore»


di Davide Pasquali


BOLZANO. L’impressione è che si stiano usando due pesi e due misure. Mentre ieri, a Innsbruck, i tre governatori dell’Euregio e i due vescovi di Tirolo e Alto Adige, accompagnati dal vicario diocesano di Trento, hanno solennemente ricordato il centenario della dichiarazione di guerra italiana all’impero austro-ungarico, oggi, a Bolzano, in occasione del centenario dell’entrata in guerra italiana, la Provincia autonoma, nonostante il pressante e reiterato invito ricevuto da parte del ministro della Difesa Roberta Pinotti, non esporrà il tricolore, mentre invece il municipio, su indicazione del sindaco uscente Luigi Spagnolli, lo esporrà sì, epperò a mezz’asta.

Da una parte la celebrazione di piazza, con concerti euroregionali, spari a salve, messa da campo ed entrata scenografica della croce in ricordo degli Standschützen tirolesi morti per difendere i sacri confini della patria, dall’altra si ignora un invito diramato dal governo di Matteo Renzi, non per celebrare la guerra, come spiegato da Pinotti a Porta a Porta, bensì per ricordarla e soprattutto per rinsaldare l’unita nazionale, simboleggiata per l’appunto dal tricolore. L’impegno del governo italiano, infatti, come dimostra la distribuzione nelle scuole italiane dell’opuscolo “Mai più trincee”, non è certo quello di celebrare la guerra.

Arno Kompatscher, sulla falsa riga del governatore trentino Ugo Rossi e del capitano del Tirolo Günther Plattner, ieri a Innsbruck ha parlato di quanto si stia meglio oggi rispetto ad allora, di quanto sia importante costruire ponti per la pace, di quanto non si debba dimenticare per non ripetere gli errori del passato. Il governatore ha aggiunto che al ricordo delle vittime si aggiunge quello delle cause che provocarono la Prima guerra mondiale, "che sono il nazionalismo, l'imperialismo e l'egemonismo". Per questo, ha continuato il presidente della Provincia, oggi dobbiamo tutti trarre il giusto insegnamento dalla lezione del passato "per per poter continuare a lavorare assieme per un'Europa pacificata.

Ma ieri invitati alla cerimonia erano solo tirolesi, sudtirolesi e Schützen trentini. Altri italiani, niente. Sul caso tricolore interviene intanto l’ex ministro Carlo Giovanardi: «Quando ho rappresentato il governo italiano alle esequie del leader della Volkspartei Silvius Magnago ho ritenuto opportuno concludere il mio intervento in tedesco con questa frase: 'Riposa in pace fra la tua gente tra i tuoi monti.' Era un doveroso atto di omaggio al capo delle minoranze italiane di lingua tedesca che nella guerra 14/18 aveva combattuto con l'Austria e l'Ungheria assieme ad altre decine di migliaia di italiani del Trentino, dell’Istria e della Dalmazia, che quella guerra combatterono in Galizia indossando la divisa austriaca contro i russi». Giovanardi trova quindi «profondamente sbagliato che a Bolzano il centenario venga ricordato, diversamente dal resto dell'Italia, con il tricolore a mezz'asta». Sarebbe molto più giusto «che in questa occasione gli edifici pubblici in Südtirol esponessero assieme alla bandiera italiana quella austriaca e quella europea per rendere omaggio ai caduti locali di tutte le parti evitando l'esposizione della bandiera italiana a mezz'asta che può dar luogo solo a polemiche e recriminazioni». Fratelli d'Italia di Bolzano stigmatizza il comportamento del presidente della Provincia Kompatscher, chiedendo l'intervento del Commissario del Governo «affinché le direttive nazionali vengano assolutamente rispettate». Lo dicono Alberto Sigismondi e Francesco Bragadin in una nota. E poi c’è l’altro fronte, quello della destra sudtirolese. «L’Alto Adige con l’Italia non ha futuro. Senza Italia è tutto più semplice». Questa è la traduzione di quanto scritto su un manifesto dell’Heimatbund che ha chiesto di listare a lutto le bandiere biancorosse della Provincia di Bolzano.

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