Kompatscher: Kurz ha frenato la destra

Il governatore: «Ha alzato i toni per arginare la Fpö, ma è un europeista e un amico. La nostra campagna sarà diversa»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. La Svp è soddisfatta, l’amico Sebastian Kurz ha vinto le elezioni austriache. Ma non si parla d’altro che della virata a destra in Austria. Kurz probabilmente guiderà un governo tra i popolari dell’Övp e la destra oltranzista dell’Fpö di Heinz-Christian Strache. E adesso, di qua e di là del Brennero? Da Berlino la cancelliera Angela Merkel, dopo le congratulazioni di rito a Kurz, è stata implacabile: «La situazione politica in Austria non è un esempio». Ne abbiamo parlato con il presidente Arno Kompatscher, che a Repubbilca ha dichiarato «Kurz non è Viktor Orban, per sua forma mentis personale, resta un democratico liberale».

La Övp è il partito gemello della Svp, ma i toni usati da Kurz, soprattutto sull’immigrazione, non sono i vostri. Non vi siete smarcati.

«Personalmente non mi sono intromesso in nessun modo. Era chiaro dall’inizio che sarebbe andata così: una campagna elettorale giocata tutta sul tema dell’immigrazione e sulle preoccupazioni delle persone. Kurz si è posizionato in modo deciso sull’immigrazione illegale, è vero, ma l’Övp è sempre stato un partito europeista».

Detto questo, i toni sono stati pesanti. Non crede?

«Kurz ha adottato una strategia chiara: non lasciare il tema immigrazione in mano alla destra xenofoba, che rischiava di vincere le elezioni. Bisognerebbe sapere come sarebbe andata, se Kurz avesse deciso di concentrare la campagna elettorale su temi come il lavoro o l’istruzione. È un fatto che i sondaggi di qualche mese fa davano l’Fpö oltre il 30 per cento e i dati attuali la danno intorno al 26 per cento (lo scrutinio terminerà oggi, ndr)».

Così però certi temi sono stati sdoganati da un partito di centro come la Övp.

«È una critica che viene mossa».

Come partito amico vi augurate un governo con la destra o con i socialdemocratici della Spö?

«La Fpö è un partito antieuropeo, mentre per noi è fondamentale la visione di una maggiore integrazione europea, anche in chiave tirolese. Non condividiamo il feticismo della sovranità nazionale».

Ricadute sull’Alto Adige di Kurz cancelliere?

«Per noi è importante che Kurz sia un convinto sostenitore dell’ autonomia e del suo allargamento. Non è un auspicio. Lo ha già dimostrato come ministro degli Esteri».

Chiuse le urne, calerà la pressione sul tema dei controlli al Brennero? Lì c’è il vero scollamento tra voi e Kurz.

«Credo di sì. I numeri dicono che non c’è alcuna necessità di insistere su quel tema. Ecco, su questo avevo chiesto a tutti di abbassare i toni in campagna elettorale. Scommetto che la trattativa di governo sarà su temi come il fisco».

Come Kurz, anche la Svp produrrà una campagna spostata a destra, per non cedere troppi voti a Stf e Freiheitlichen?

«Faremo una campagna mostrando cosa abbiamo fatto e cosa intendiamo fare. Come si risponde alla marea populista? Io dico che ai cittadini spaventati ci si deve avvicinare garantendo sicurezza e una politica stabile, che non ignora i problemi, ma cerca di risolverli. Il mondo non è in bianco e nero. E noi siamo un partito di governo».

Anche la Övp lo è, eppure...

«La grande coalizione aveva talmente esasperato gli austriaci, che Kurz aveva bisogno di presentarsi come una novità. Noi siamo in una situazione diversa, l’economia va bene e gestiamo abbastanza bene situazioni complesse».

Potreste aprire la giunta ai Freiheitlichen?

«Il nostro obiettivo è tornare alla maggioranza assoluta».

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