Kompatscher: la Svp deve andare da sola

Il presidente: «Magari facciamo anche le primarie. Durnwalder? Perché no?». Freddo con centrodestra ed ecosociali


di Francesca Gonzato


BOLZANO. La Svp correrà da sola alle elezioni comunali di Bolzano. «È giusto così. In fondo è stata una eccezione costruire una alleanza al primo turno, ai tempi di Spagnolli»: Arno Kompatscher benedice la linea su cui è avviata di prepotenza la Svp. Domani sera l’Obmann cittadino Dieter Steger presenterà la proposta di corsa blockfrei alla seduta del direttivo, insieme alla ipotesi di diverse liste con la «piccola stella alpina» insieme alla lista «ufficiale». Steger avverte: «Non sono previste ancora votazioni». Ma è ormai remota la possibilità di una decisione diversa, rispetto alla corsa solitaria della Svp con un proprio candidato sindaco.

Così il presidente Kompatscher interviene sul «caso» Bolzano.

La Svp tornerà blockfrei allora?

«Sì, la tendenza è di partire da soli».

Che lei condivide

«Sì, certo».

Qual è la motivazione principale?

«È il modo per avere un identikit più preciso, mentre nelle coalizioni le identità tendono a sfumare. Correndo da sola, la Svp potrà presentarsi con un proprio programma, nettamente caratterizzato. Dovremo decidere se con una o più liste. Se ne occuperà il partito di Bolzano, con il coinvolgimento del livello provinciale. E magari potremmo anche organizzare delle primarie interne».

Primarie per il candidato sindaco, ne state parlando?

«Il punto è scovare il modo migliore per motivare gli elettori. Il punto di partenza è un programma chiaro. Sembra una banalità... Il resto si vedrà poi. Le coalizioni prenderanno forma dopo il primo turno. Tutti i partiti si presenteranno al voto con un proprio progetto concreto, senza tanti compromessi. E i cittadini sapranno. E poi c’è il tema delle civiche...».

Tema o problema?

«Vanno molto di moda. Le trovo una tendenza romantica e naïf, che offre ai cittadini una apparente alternativa ai “vecchi” partiti, ma stiamo vedendo che hanno il fiato corto. Si costruiscono senza una vera base comune, ed entrano facilmente in crisi, quando vengono messe alla prova del governo. Ho molti dubbi che rappresentino una vera soluzione».

C’è però l’idea che la Svp potrebbe allearsi al primo turno anche con una lista civica.

«Sono scettico. Si potrebbero invece contattare persone nuove, oltre il consueto perimetro della Svp».

È ancora molto attivo Luis Durnwalder, con incontri e fans. La sua possibile candidatura resta.

«Rispondo come faccio da settimane: perché no?».

Il rapporto con il Pd è logorato?

«No. La scelta di andare blockfrei non è uno schiaffo a nessuno. Mi sembra la scelta naturale. E dopo, le alleanze si costruiranno con chi condivide il programma».

Centrodestra e Lega spingono per importare a Bolzano il modello Laives: governo con la Svp e Pd all’opposizione. È probabile?

«Non lo so. Per ora non vedo né un programma, né candidati».

La Svp di Bolzano è in crisi. Queste elezioni sono un test preoccupante per la sua tenuta.

«È naturale che si facciano sentire le ferite della stagione conclusa con il commissariamento del Comune, ma non parlerei di crisi. È una opportunità di ripartire, aprendosi a nuove figure».

Mai più con gli ecosociali? Aeroporto e progetto Benko decideranno le alleanze del secondo turno?

«Mi auguro di cuore che non si parli solo di Benko. Bolzano ha molto altro di cui discutere e problemi da risolvere. Quanto all’aeroporto, se non è un valore aggiunto in particolare per Bolzano e il circondario... Il capoluogo ha un potenziale turistico inespresso. È per questo che non stiamo ancora spostando il Museo di Ötzi. Sappiamo che potrà esserci uno sviluppo turistico. Gli ecosociali? Siamo in difficoltà a collaborare con chi porta avanti il “no” a prescindere e ultimamente loro mi sembrano così».

Con il solo Pd e la lista Artioli rischiate di nuovo di non avere i numeri per governare.

«Vediamo. Confido nel fatto di offrire ai cittadini un progetto chiaro».

In campo italiano le piace qualcuno dei nomi di possibili candidati sindaco usciti finora?

«Non parlo di nomi, non ora».

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