L’Asl chiude l’Iperbarico: «Contratto inaccettabile»

Dal primo aprile l’Istituto privato di Bolzano sud non è più convenzionato I pazienti di tutta la regione verranno dirottati in Veneto o in Lombardia


di Valeria Frangipane


BOLZANO. Costava troppo. L’Asl ha chiuso il rapporto contrattuale con l’Istituto iperbarico privato di Bolzano Sud, nel quale solo pochi giorni fa sono stati ricoverati due giovani che hanno rischiato di morire asfissiati per un’intossicazione da monossido di carbonio.

E così dal primo di aprile i pazienti di tutta la regione - Trento infatti si è sempre appoggiata a Bolzano - dovranno rivolgersi a Verona o Brescia.

Questa la nota ufficiale dell’Asl: «Comunichiamo che nonostante le prolungate trattative, l’accordo con l’Istituto iperbarico di Bolzano non può essere prolungato oltre il 31 marzo di quest’anno. Ciò significa che a partire dal primo di aprile non verranno più erogate, nè pagate, tutte le prestazioni di terapia iperbarica a carico del Servizio sanitario provinciale fruite presso tale struttura. La terapia, in caso di necessità, dovrà essere effettuata in un Istituto extraprovinciale pubblico o convenzionato».

I due più vicini sono a Verona o a Brescia.

Marco Cappello, direttore amministrativo dell’Asl, parla di una decisione sofferta ma doverosa: «Volevano troppi soldi, la contrattazione si era fatta inaccettabile. Le condizioni poste dalla direzione sanitaria per il rinnovo consistevano nel pagamento di un importo fisso di 100.000 euro all´anno per la gestione delle emergenze, suddiviso a metà tra l´Azienda sanitaria dell´Alto Adige e quella del Trentino, che a sua volta non dispone di una camera iperbarica (ma ciò è del tutto normale, se si pensa che in tutta l´Austria ne esiste solamente uno, a Graz), oltre ad un importo corrispondente al tariffario provinciale di 82,60 euro a prestazione, che rapportato ad un massimale di 3.800 prestazioni annue corrisponde ad ulteriori 313.880 euro».

Insomma una cifra - tutto compreso - di poco superiore ai 400 mila euro.

«Sì. Tali condizioni - continua Cappello - corrispondenti a quelle attualmente vigenti, non sono state accettate dalla controparte, con la conseguenza che la direzione strategica ha deciso di non rinnovare per l´anno a venire la convenzione, non risultando giuridicamente possibile, a scanso di responsabilità dirigenziale ma anche erariale, pagare importi superiori a quelli previsti per legge».

E sempre Cappello fa sapere che «i pazienti che necessitassero in futuro di questo trattamento potranno usufruire dei centri iperbarici più vicini, posizionati a Verona e Brescia, e ciò risulta clinicamente sostenibile, come peraltro chiaramente testimoniato dalla stessa realtà trentina ed austriaca!». La vicenda è fin troppo chiara, resta da capire se sia possibile che una sanità che si permette di spendere milioni di euro per la Medicina complementare ed il supercentro per la Neuroriabilitazione di Vipiteno non riesca a sborsarne poco più di 400 mila per la camera iperbarica. «Non nego il disagio dei pazienti, ma l’Istituto privato ha alzato troppo la posta. Esiste un tariffario provinciale che dobbiamo rispettare altrimenti la Corte dei Conti ci chiede ragione».

Ricordiamo che il centro iperbarico di Bolzano - amministrato da Paolo Bonamini - fondato nel 1996, è stato per tutti questi anni una struttura sanitaria privata autorizzata con delibera della giunta provinciale, convenzionata con il sistema sanitario nazionale attraverso l’ Asl. Bonamini si dice esterrefatto: «Spero non sia così, io non ho avuto ancora alcuna comunicazione per cui al momento non mi sbilancio. Non voglio pensare che l’Asl faccia a meno dell’Iperbarica. Cosa spiegherà ai cittadini? Che non serve averla?». No, ma spiegherà che i conti - tutti - devono tornare. All’Asl mancano infatti 50 milioni di euro che deve trovare a breve anche perchè tra una manciata di giorni deve presentare il bilancio di previsione 2014. Nel 2013 la sanità ha avuto da spendere 1 miliardo e 149 milioni di euro, il direttore generale Andreas Fabi sperava che il 2014 gli portasse 30 milioni di più e invece ne ha raggranellati 20 di meno per posizionarsi con 1 miliardo e 113 milioni di euro. E così una decina di giorni fa i direttori aziendali hanno inviato una nota concretissima alla Stocker, sottoscritta da tutti e quattro, per ribadirne l’importanza, con cui formulano delle proposte serie ed immediate per raggiungere il pareggio di bilancio, distinguendo tra proposte di breve, medio e lungo periodo. L’Iperbarico è una goccia nel mare. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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