L’Astat: «Solo il 15% si fida dello Stato»

In Alto Adige è bassa la fiducia nelle istituzioni. Provincia e Comuni «tengono», male Italia e Unione Europea


di Davide Pasquali


BOLZANO. Diplomaticamente, la relazione dell’Astat lo enuncia così: «La fiducia complessiva nelle istituzioni sembra attualmente, anche in Alto Adige, a livelli bassi». Provincia e Comuni ancora se la cavano, ma non proprio in maniera gloriosa. Pesantissimi al contrario i dati riguardo all’Ue e, ancora peggio, verso lo Stato italiano. Il 52% degli altoatesini ha poca o nessuna fiducia nei confronti dell’Unione europea, percentuale che sale addirittura all’80% se si parla dello Stato. In dettaglio, il 36,5% degli altoatesini non ha nessuna fiducia nello Stato, il 44% ne ha invece poca. È il dato principale emerso dall’indagine provinciale sulla soddisfazione dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione.

La fiducia nelle istituzioni locali è come detto ancora relativamente elevata: il rapporto tra giudizi positivi (molta o abbastanza fiducia) e il totale delle risposte valide (ovvero esclusi i “non so”) è del 73,4% per il proprio Comune e del 71,0% per la Provincia. La Regione registra un 53,9%, ma in questo caso «si nota una consistente quota di persone che non sanno come giudicarla».

Negativi invece i risultati di Unione europea e Stato italiano: la prima ha un livello di fiducia del 43,1% (dunque sentimenti negativi maggiori dei positivi), mentre lo Stato italiano registra un valore di 15,9%, ovvero solo un altoatesino su sei ne ha un’opinione positiva.

Più di una caratteristica socio-demografica incide sul sentimento di sfiducia nelle istituzioni. Al diminuire dell’età del cittadino la sfiducia cresce; l’alto livello d’istruzione invece la riduce. Queste due variabili peraltro sono correlate tra loro e quindi, a tutti gli effetti, si annullano. I cittadini stranieri hanno livelli di sfiducia inferiori, «anche se in questo caso abbiamo verosimilmente a che fare soprattutto con un livello di interessamento e/o di identificazione più basso». Decisa è invece l’incidenza della madrelingua, con un livello di sfiducia molto più alto tra le persone di lingua tedesca (probabilità più che triplicata, depurando gli altri fattori). Sulla base dei dati raccolti nel 2015 «non possiamo desumere i motivi di tale differenza; si può ipotizzare che almeno in parte incida il diverso orizzonte geografico di riferimento e quindi di confronto».

L’incidenza della madrelingua è talmente forte che è ben evidente anche in una semplice tabella, fra le decine pubblicate ieri dall’Astat: la sfiducia verso la Provincia presso le persone di lingua tedesca è per esempio quasi tripla rispetto a quelle di lingua italiana (38,5% contro 13,4%).

Un calo di fiducia è riscontrabile anche verso la classe politica e, in misura minore, verso alcune categorie di persone che partecipano alla vita pubblica. Ai politici italiani non crede ormai nemmeno un altoatesino su 10 (7,4% di giudizi positivi); giornalisti e politici altoatesini hanno una quota di consenso minoritaria (attorno al 35%), mentre i giudizi verso i sindacalisti si dividono circa a metà (48,6% di risposte positive). C’è poi un nutrito gruppo di figure pubbliche, piuttosto diverse tra loro, che oltrepassa la maggioranza nel livello di fiducia presso gli altoatesini, ma non andando oltre la sufficienza (percentuali di risposte positive tra i 59 e i 69 punti): si tratta di sacerdoti, impiegati della Provincia, magistrati, imprenditori e forze dell’ordine. Tre giudizi positivi su quattro vanno agli impiegati comunali, spesso conosciuti personalmente. Un livello di fiducia ancora alto (oltre l’80%) è accordato infine al gruppo che l’Astat chiama “della scienza”: i medici sono all’88,2%, gli scienziati all’81,9% e gli insegnanti all’80,3%.

Passando al giudizio riguardante la soddisfazione concreta nei confronti dei servizi forniti dalla funzione pubblica siamo su un livello generale più elevato: se la fiducia si piazzava ad un livello mediano di due terzi, la soddisfazione si colloca ad un livello mediano di tre quarti, con soli due servizi al di sotto dei due terzi di risposte positive.

Quindi il confronto dato “da lontano” sembra generare più spesso sentimenti negativi rispetto al contatto più vicino, avuto dalla concreta fruizione dei servizi. Lo si vede ancora una volta sulla Provincia, forse il caso più confrontabile tra i diversi presi in considerazione dall’Astat: il 59,2% si fida degli impiegati provinciali, ma il 79,1% è soddisfatto dei servizi erogati dalla Provincia: dunque, esiste un cospicuo numero di persone (62.400 da analisi diretta) che non si fida, ma è soddisfatto dei risultati.

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