«L’Autonomia è di tutti Su questo non tratto» 

Kompatscher, i requisiti per i prossimi alleati: Europa, specialità e convivenza Le opere a Bolzano: «Via libera al tram e via Einstein vi sembrano poco?»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Una settimana di mare in Toscana con la famiglia, un paio di giorni sui laghi in Austria, archiviate le ferie estive Arno Kompatscher è tornato al doppio impegno che segnerà questa estate: presidente della giunta e capolista della Svp per le provinciali del 21 ottobre. Lo abbiamo intervistato.

Il 14 agosto durante l’uscita in montagna con il cancelliere Kurz e il governatore Platter avete fatto il punto sul doppio passaporto? Può dire qualcosa di più sui criteri che riguarderanno sudtirolesi e ladini?

«Kurz mi ha confermato che prima del dialogo con l’Italia non ci sarà alcuna iniziativa del governo austriaco. Per me era importante capire se avessero intenzione di muoversi in modo unilaterale».

Nel nostro sondaggio il confronto tra lei e Luis Durnwalder è finito 31-23 per cento a favore dell’ex presidente. Deluso?

«Mai mi permetterei di paragonarmi con Durnwalder. Anch’io avrei votato per l’ex presidente nel sondaggio. Sono rimasto stupito, pensavo che la distanza sarebbe stata più marcata. È Durnwalder. Non c’è gara».

Come Svp state pianificando la campagna elettorale. Ci sono state alcune riunioni burrascose. Una parte del partito ambisce a tenere basso il suo risultato, per avere un maggiore potere di condizionamento sulla giunta?

«Questo si era detto anche l’altra volta, quando qualcuno non era molto contento. La considero una dinamica fisiologica. Il reclutamento dei candidati è sempre un po’ difficile per noi, partito di raccolta. Dobbiamo garantire l’equilibrio tra i territori, tra le diverse anime, donne e uomini, esperienza e novità. Secondo me la lista è ottima, uno specchio della società civile».

Come semplificherebbe le opzioni in gioco, il suo e quello della parte di partito che probabilmente ragiona già sul dopo Kompatscher?

«A Varna il partito ha deciso di ricandidarmi con un voto larghissimo. Questo è avvenuto dopo che io ho chiesto ripetutamente un voto sincero. Ho detto che non ero interessato a quelle situazioni che conosciamo, l’investitura al 97% . A me interessava sapere se il partito appoggia la mia linea. A Varna ho parlato per più di un’ora, spiegando il mio progetto. Alla fine è arrivato un risultato straordinario e questo per me fa fede. Che poi si possa parlare di chi farà l’assessore, che ci siano favorevoli e scettici, ci sta».

Il nuovo governo ha scardinato le vostre certezze di rapporti. Con la Lega una consuetudine c’è, ma con il M5S dovete partire da zero, ed è un partito con dinamiche completamente nuove. Come si muove?

«Si devono costruire ex novo o ricostruire relazioni. Sì, al governo ci sono rappresentanti della Lega, con cui abbiamo già avuto rapporti di collaborazione e altro, mentre c’è una altra parte con cui bisogna iniziare a conoscerci e costruire una collaborazione. Non alzo la cornetta e chiamo i ministri come accadeva in passato, è vero. Ma ormai ho una lunghissima lista di numeri personali dei ministri, che uso con buon senso. I ministri si chiamano quando serve, per il resto ci sono i capi di gabinetto».

È vero che lei ha avuto una serie di incontri con i ministri, da Matteo Salvini a Erika Stefani, che non sono stati resi noti?

«È normale che dopo l’insediamento del nuovo governo si cerchi di mettere a fuoco le rispettive agende. Sì, ci sono stati alcuni incontri ufficiosi. Seguiranno quelli pubblici».

Dopo il congelamento dei fondi ai Comuni per il piano periferie il sindaco Caramaschi teme che il governo potrà bloccare altre partite. Perché, a differenza degli altri Comuni, la circonvallazione di Bolzano è legata al rinnovo della concessione A22, che si tratti di circonvallazione o di autostrada in galleria?

«Su Bolzano abbiamo appena firmato per il tram, ma quello che si fa viene dato per scontato. Si dice “poco per Bolzano”. Poco? Abbiamo approvato le caratteristiche tecniche per il nodo di via Einstein: significa che l’opera verrà fatta e che i fondi si mettono. Decidere di finanziarla attraverso il piano investimenti della A22 è una scelta interna, grazie alla quale si farà prima. Il progetto è arrivato solo adesso, prima non c’era nulla. Quando ce l’hanno proposto, abbiamo detto “sì, lo facciamo”. Avremmo potuto inserirlo nel programma delle opere, che fino al 2023 ha speso tutte le risorse. Scegliere l’altro canale di finanziamento ci ha consentito di partire subito con la progettazione definitiva ed esecutiva. Questa fase richiederà un paio di anni e nel frattempo conto che sarà chiuso l’iter per la concessione della A22. E si farà anche il tratto di autostrada in galleria».

A ogni inaugurazione di circonvallazione però la città di Bolzano è solo spettatrice. Ultimo episodio, la consegna del cantiere per Castelbello.

«Il sindaco di Castelbello ci ha mostrato le carte. La prima volta che la Provincia ha promesso la circonvallazione era il 1991».

Il dopo voto. È indubbio che la partita questa volta sarà più aperta rispetto al passato nella scelta dell’alleato o degli alleati di giunta. La Lega mira a subentrare al Pd e il dialogo non ufficiale sembra installato. Al di là dei risultati, lei ritiene che con il Pd si sia chiusa una fase?

«Ho letto che il sottosegretario Maurizio Fugatti sembra dare per scontata la alleanza, ma i vertici del partito non hanno avuto dialoghi di questo tipo, e intendo né il segretario politico Achammer né io. Prima di tutto, continuiamo a lavorare per ottenere come Svp il massimo risultato possibile. Poi ci sarà una coalizione, perché lo Statuto prevede la rappresentanza di tutti i gruppi linguistici nel governo, una rappresentanza vera, intendo, non solo di facciata. Questo è uno dei pilastri della autonomia. Con chi? Lo decideranno in primo luogo gli elettori, perché dovremo vedere quali saranno i partiti che avranno rappresentanti. Ma non prescinderemo da tre principi».

Quali?

«Europa, autonomia e infine il terzo, che ci differenzia da qualche altro partito di lingua tedesca, convivenza pacifica. L’autonomia è di tutti, questo è il tema, e va gestita attraverso la convivenza. Chi rispetta e onora questi criteri è un potenziale partner di coalizione».

La Svp sembra preoccupata dal team Köllensperger, che mira a incunearsi tra i vostri scontenti.

«Ogni volta che Köllensperger presenta un candidato, perde un po’ del fascino che si è costruito. Che poi, analizziamo un po’... Prima ha firmato la lettera sulla doppia cittadinanza, poi si è tirato indietro. Annuncia che si dimette dal consiglio provinciale, poi dice “mi ritiro ma non mi dimetto”. Dice che farà decadere la legge urbanistica grazie al suo amico Di Maio, poi due settimane dopo non ha più nulla a che fare con Di Maio, perché lascia il M5S. I candidati? Sembra una Bürgerliste. Con tutto il rispetto per le liste civiche. Qual è la novità, la differenza rispetto ai Verdi? Non voglio sembrare arrogante, ma siamo molto competitivi».

Si ricaverà qualche margine di libertà in più nella seconda legislatura?

«Dico che ci sono ancora molte cose da fare e che dovremo essere coraggiosi sulle scelte di organizzazione interna nel territorio. Il primo mandato è stato caratterizzato dalla necessità di mettere in sicurezza le finanze e la autonomia in generale e anche dal tema del Brennero. I grandi temi, insomma, e credo di avere fatto un lavoro abbastanza positivo. Se parliamo di sanità, adesso dobbiamo fare le scelte di sistema. L’ambizione deve essere davvero di avere un sistema sanitario unico, con sette ospedali, ma che sia “un” sistema, in cui tutti si mettono in rete e seguono le medesime regole. Per questo ho sottolineato che in passato si è parlato molto della periferia, mentre dobbiamo occuparci anche dell’ospedale di Bolzano».

Ed è sembrato che l’ospedale di Bolzano va male perché è in mano agli italiani, che tra l’altro non è nemmeno vero.

«Mai stato quello il senso. A Bolzano è arrivato il grande investimento del nuovo ospedale, finalmente, e inizierà una nuova storia. Ma finora? L’ospedale di Bolzano lo conosco bene, ci sono nati i miei figli. I bagni li trovi nel corridoio. Questo ho detto: bisogna occuparcene di più, perché forse qualcuno dei nostri ha pensato “Bolzano in fondo... Concentriamoci sugli altri ospedali”. No, quello di Bolzano è l’ospedale per tutta la provincia e ci riguarda tutti. Lottando contro i campanilismi abbiamo creato le basi. Ora serve il coraggio per eseguire le scelte».

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