L'economia: pista lunga subito all'aeroporto di Bolzano

Pressing del mondo imprenditoriale per potenziare lo scalo bolzanino


Antonella Mattioli


BOLZANO. Pressing del mondo economico sulla giunta provinciale perché, dopo anni di discussioni e un referendum fallito, si potenzi l'aeroporto. Oggi l'esecutivo approverà il Masterplan. Giovedì scade il termine per presentare all'Enac il piano di sviluppo, documento indispensabile per ottenere una concessione a lungo termine (20 anni) e non - come avviene ora - solo annuale. Il piano, messo a punto dai tecnici dell'Abd e dall'assessorato di Thomas Widmann, prevede un allungamento della pista che attualmente è poco meno di 1300 metri. Il masterplan propone di portarla a 1.450, ma ci si accontenterebbe di tornare ai 1.406 metri del 1999, con in più le fasce di sicurezza da 300 metri a nord e 250 a sud. Questi pochi metri di differenza, che però sono fortemente contestati da ambientalisti e contadini, consentirebbero all'aeroporto un salto di qualità ed è questo che chiedono albergatori e imprenditori. La pista da 1.406 metri permetterà alle compagnie aeree di operare anche con velivoli da 80 posti, mentre gli attuali Dornier di Air Alps ne hanno 31. Questo consentirebbe di ridurre il costo del singolo biglietto e aumentare l'offerta di voli: agli attuali quattro per Roma se ne aggiungerebbero due per Francoforte e uno per Vienna, non si esclude un collegamento con Zurigo. «La raggiungibilità dell'Alto Adige - dice il presidente dell'associazione albergatori Walter Meister - sta diventando un grosso problema per gli operatori del settore. Siamo tagliati fuori sia per quanto riguarda i treni che gli aerei. Il turista anche in inverno, quindi con l'incognita strade, è costretto a venire in macchina: troppo spesso significa ore e ore di viaggio. Il rischio è che alla fine uno scelga una meta raggiungibile comodamente in aereo nel giro di poche ore. Anche perché le vacanze diventano sempre più brevi: toccata e fuga per avere la possibilità di andare più spesso. In questo quadro è fondamentale la rapidità dei collegamenti, perché altrimenti uno finisce di passare la vacanza in viaggio». Per conservare gli attuali livelli di presenze turistiche, gli albergatori altoatesini sono alla ricerca di nuovi mercati: «Dall'Olanda alla Scandinavia, ai Paesi dell'est. Ma sono convinto che anche in Italia ci siano ancora grosse potenzialità. Il turista italiano che arriva da noi, in genere, vive nel nord e nel centro del Paese. Però, in primavera e in autunno, potremmo avere anche clienti siciliani, se ci fosse un aeroporto degno di questo nome». Della necessità di potenziare lo scalo ha parlato, solo pochi giorni fa, in occasione dell'assemblea generale dei costruttori, il presidente Thomas Ausserhofer: «Se tra 10 anni un comprensorio sciistico ucraino o russo sarà raggiungibile in quattro ore con l'aereo di una linea low cost e da noi, invece, i turisti arriveranno dopo essere rimasti 10 ore imbottigliati nel traffico, i tempi si faranno più duri per l'Alto Adige». Christof Oberrauch, presidente del Wirtschaftsring, l'associazione che raggruppa tutte le associazioni economiche di lingua tedesca, invita la politica "a smettere di parlare e far arrivare le ruspe all'aeroporto". «L'allungamento della pista è minimo, le polemiche ridicole. C'è chi protesta? Ma non significa che dietro chi grida più forte ci siano migliaia di persone, visto che chi si opponeva il refereundum l'ha perso».

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