L’indennità di Kompatscher nel mirino

Presto in aula il taglio degli stipendi della giunta. Il presidente deve scendere da 19 mila a 13.800 euro lordi



BOLZANO. Sono passati tre anni e ancora non sono state tagliate le indennità del presidente provinciale Arno Kompatscher, della giunta e dell’ufficio di presidenza del consiglio provinciale. È dell’ottobre 2012 il decreto Monti sui costi della politica, che fissa un tetto massimo di 13.800 euro lordi al mese onnicomprensivi per i presidenti regionali e i presidenti dei consigli regionali e di 11.100 euro lordi al mese per i consiglieri regionali. Kompatscher con i suoi 19.215 euro lordi al mese è molto lontano dall’obiettivo. Ieri il quotidiano la Stampa ha dedicato una pagina al raffronto tra le indennità di tutte le regioni italiane. Il tema era all’ordine del giorno la scorsa settimana in consiglio provinciale. Per motivi di tempo non è stata discussa una mozione di Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) in cui si chiedeva conto del ritardo. Nella sua riposta il presidente del consiglio provinciale Thomas Widmann avrebbe annunciato le proprie mosse. È infatti del consiglio provinciale la competenza sulle indennità di giunta e ufficio di presidenza. La questione è bloccata da tempo. Widmann e i componenti dell’ufficio di presidenza hanno più volte annunciato l’intenzione di applicare il decreto, come obbligatorio. L’ultima difesa è caduta diversi mesi fa, quando la Corte Costituzionale ha sancito, in risposta a un ricorso della Valle d’Aosta, che il taglio delle indennità va applicato anche alle Regioni a statuto speciale. Difficile sarebbe la trattativa all’interno della Svp, visto che i tagli toccherebbero sia Kompatscher, che gli assessori e i componenti dell’ufficio di presidenza. Kompatscher ufficialmente ha sempre detto che accetterà la decisione del consiglio provinciale.

Adesso, assicurano i vertici del consiglio provinciale, è arrivato il momento di agire. Widmann e i colleghi temono l’eventuale intervento della Corte dei Conti per danno erariale. Conferma il vicepresidente del consiglio provinciale Roberto Bizzo: «Credo non ci sia proprio alternativa all’applicazione del decreto Monti».

Nelle prossime settimane la proposta sui tagli dovrebbe essere depositata. Va ricordato che la presidenza Widmann scadrà a metà legislatura. In aprile andrà eletto il presidente del consiglio provinciale del gruppo italiano.

Le cifre dunque. Secondo il decreto Monti, le indennità dovranno andare dai 13.800 dei presidenti agli 11.100 dei consiglieri.

I consiglieri provinciali di Bolzano hanno oggi una indennità lorda di 9.800 euro, che arriva a 10.500 con i 700 euro di rimborso spese automatico (altri 750 euro previa rendicontazione). I consiglieri sono dunque in linea con il decreto. Le indennità di giunta e ufficio di presidenza andranno invece tagliate: queste figure hanno compensi che partono dalla indennità base dei consiglieri, con una maggiorazione dovuta alla indennità di funzione: più 83% presidente della giunta, 74% per i vicepresidenti, 65% per gli assessori, 44% per il presidente del consiglio provinciale. L’indennità di Kompatscher arriva così a 19.215 euro lordi al mese, quella dei vicepresidenti Tommasini e Theiner a 18.270 euro, quella degli assessori a 17.325 euro, quella di Widmann a 15.120 euro, quella di Bizzo a 12.900. Pesante la differenza con le altre regioni italiane. Per citare alcuni esempi, di pochi giorni fa è la riduzione delle indennità in Piemonte: al presidente Chiamparino e al presidente del consiglio regionale Laus sono stati assegnati 10.200 euro lordi al mese, compresi i rimborsi spese. Il presidente Lombardo Maroni, secondo le cifre riportate dalla Stampa, ha una indennità di 13.245, quello dell’Emilia Romagna Bonaccini 9.758, il siciliano Crocetta 13.800. (fr.g.)

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