L’indicazione della ditta in un sms della segretaria 

La comunicazione partì dall’assessorato. Widmann spiega: «Non ho poteri d’acquisto» Il disappunto: «Siamo un esempio ma quando si cercano soluzioni si viene messi alla gogna»



Bolzano. I carabinieri dei Nas di Trento, coadiuvati da uomini dell’Arma di Bolzano, si sono presentati negli uffici dell’assessore Widmann verso le 9. «Erano almeno in 12 con uno spiegamento di forze che mi ha realmente lasciato esterrefatto» spiega l’assessore Thomas Widmann che ha saputo dopo pochi minuti di essere finito sul registro degli indagati. Il suo nome e quello del direttore generale dell’Asl Florian Zerzer sono riportati sul decreto di perquisizione disposto dal magistrato inquirente, il dottor Igor Secco. «Hanno bloccato tutto l’ufficio - racconta ancora Widmann - è stato disposto un filtro di controllo anche in fase di ingresso ed uscita dall’ufficio. Mi è sembrato realmente eccessivo. Lo sforzo con cui viene condotta l’indagine è piuttosto strano».

Il disappunto dell’assessore è piuttosto evidente. «Io in questo caso non ho alcun potere decisionale». L’operazione, sottolinea Widmann, venne portata a conclusione dall’Azienda sanitaria. la Procura però ritiene che l’assessore indirizzò le scelte demandando ad una segretaria il compito di indicare la ditta che avrebbe potuto fornire gli scaldacollo. «Questo è possibile - puntualizza Widmann - perchè in quel momento avremmo avuto almeno un centinaio di offerte. Molte ditte non sapevano che non passava tutto dall’assessorato.

Un sms non dimostra nulla. Io sono sicuro che i miei collaboratori lavorano bene e non hanno nessun potere di decidere acquisti». Come noto a far partire l’inchiesta della Procura è stato un esposto presentato dal Movimento 5 Stelle. «Io però ero sicuro che la magistratura sarebbe stata subito in grado di rendersi conto che non c’era nulla di irregolare. La verità è che in Alto Adige in piena emergenza abbiamo preso una misura che ancora oggi viene considerato un esempio a livello europeo. Lo dicono moltissimi virologi. Oggi si sarebbe potuto evitare che oltre al sistema giudiziario, già in gran parte bloccato, anche l’assessorato alla sanità che da tempo è sotto estrema pressione venisse ostacolato nel suo lavoro».

L’assessore appare anche amareggiato. Tanto lavoro, tanta preoccupazione per affrontare l’emergenza, spesso nessun aiuto con la necessità di dover affrontare anche le immancabili difficoltà burocratiche. «Quando si cercano soluzioni rapide nell’interesse di tutti - puntualizza ancora l’assessore Thomas Widmann - poi si viene messi alla gogna». Sull’efficacia protettiva degli scaldacollo, l’assessore non ha dubbi, forte di decine e decine di pareri tecnici da parte di virologi anche di fama mondiale. «Siamo stati un modello - afferma Widmann - siamo stati i primi a far ricorso agli scaldacollo per proteggere le vie respiratorie dei cittadini. Ci sono studi scientifici a livello internazionale che parlano chiaro. Noi non abbiamo mai detto che lo scaldacollo protegge dal virus, abbiamo solo detto che coprire naso e bocca aiuta a tagliare la catena del contagio. Questo è un dato di fatto».

La delibera di acquisto dell’Asl riporta tra il resto alcuni pareri scientifici sull’efficacia anche degli scaldacollo, come quello del dottor Marc Kaufmann, primario del servizio aziendale di urgenza ed emergenza medica, della dottoressa Dagmar Regele , direttrice del dipartimento , del dottor Patrick Franzoni sanitario del servizio urgenza ed emergenza. Tutti concordi che «anche la copertura delle vie respiratorie con tessuti adeguati (ad esempio mascherine in tessuto o fazzoletti a bandana) riduce l’emissione di goccioline di saliva nell’ambiente e contribuisce quindi in modo scignificativo a ridurre il rischio di infezione». Come detto la Procura al momento non sembra d’accordo e dunque non considera presìdi medici gli scaldacollo. Anche in questa occasione sarà probabilmente uno scontro tra periti a decidere il procedimento.

MA.BE.













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