BOLZANO. L’Ipes ha deciso un giro di vite sulla morosità. Dopo la scelta di applicare anche a chi ha più di 65 anni la norma che prevede il trasferimento a un alloggio più piccolo (nel caso di sottoutilizzo), il Cda ha modificato la procedura nei confronti degli affittuari morosi. La causa scatenante è stato il forte aumento degli affitti arretrati nel 2009: 680 mila euro in più rispetto al 2008. Una cifra che ha portato i crediti dell’Ipes a 4.434.353 euro. Se finora l’inquilino moroso riceveva tre lettere di sollecito prima che venisse avviata la procedura di sfratto, la nuova prassi prevede l’invio di due sole lettere di sollecito. «In questo modo l’Ipes si adeguerà alla legge nazionale sul recupero dei crediti, mentre prima aveva adottato una procedura più morbida», spiega il capo dipartimento in Provincia Katia Tenti. I casi di morosità di vario tipo pendenti all’Ipes a fine dicembre sono 3041. Prima che si scateni un nuovo allarme su una stagione di sfratti all’Ipes, il presidente dell’Ipes Albert Pürgstaller ha anticipato che «nessuno verrà sfrattato per un debito di 1000-2000 euro. Le procedure partiranno dai 5000 euro in su». Katia Tenti aggiunge un dato: nel 2009 sono stati effettuati soltanto 13 sfratti. La cifra è così bassa, rispetto agli insolventi, perché nella maggior parte dei casi gli inquilini saldano il dovuto, dopo le prime lettere di sollecito. E per inquadrare meglio la situazione, il capo dipartimento spiega che l’attuale tasso di morosità del 4,5 per cento (ma era il 3,5 nel 2008) «è il più basso d’Italia, segno che l’istituto è ben gestito e conta su un bilancio sano».