L’Ipes pronta a intervenire sospendendo gli affitti 

Deciderà la giunta provinciale martedì prossimo. Scontato il via libera per tre mesi per chi ha perso il lavoro o è in attesa della cassa integrazione. Crisi peggiore di quella del 2008


Mario Bertoldi


BOLZANO. Peggio della grande crisi finanziaria del 2008. Questa volta le preoccupazioni non sono solo di carattere economico ma anche sanitario. E quando si parla di una malattia che in poche settimane ha ucciso solo in Italia quasi 14 mila persone, la paura non può che aumentare, giorno dopo giorno. La chiusura di tutte le attività economiche e commerciali non essenziali (disposta dal governo per limitare il pericolo di contagio) ha messo però in ginocchio migliaia di persone rimaste senza lavoro e di conseguenza senza un’entrata mensile certa. E non sono pochi coloro che si trovano sostanzialmente nell’impossibilità di pagare l’affitto di casa, sia nel pubblico che nel privato. Sin dai primi decreti, il governo ha subito cercato di scongiurare nuovi aspetti dell’emergenza sociale, congelando qualsiasi possibilità di eseguire sfratti. Dunque anche chi si trova nell’impossibilità di pagare a seguito della perdita del lavoro non avrà da temere di restare in breve tempo anche senza un tetto. Ancora più tranquilli possono essere gli inquilini degli alloggi pubblici Ipes la cui gestione dipende direttamente dalla Provincia e, dunque, dalla politica. L’Ipes non ha perso tempo e ha già avanzata alcune proposte operative che saranno portate in giunta per la probabile approvazione dall’assessora competente Waltraud Deeg. «Abbiamo già proposto - spiega il vicepresidente Primo Schönsberg - che per chi ha perso il lavoro o è stato posto in cassa integrazione per effetto di questa emergenza sanitaria vi possa essere uno slittamento ed un congelamento dei prossimi tre mesi di affitto. In caso di approvazione bisognerà poi decidere le modalità con cui l’istituto potrà recuperare le somme congelate». «Non è la prima volta - puntualizza ancora il vicepresidente - che si troviamo nella necessità di gestire emergenze. Dal 2008 in poi abbiamo aiutato migliaia di famiglie che erano che erano in gravi difficoltà dopo la crisi finanziaria , così come abbiamo esperienza sulla crisi di grandi gruppi industriali come la Memc dove i lavoratori si sono trovati a lungo senza stipendio». Come noto l’istituto è organizzato con tre centri operativi che si trovano a Bolzano, Merano e Bressanone. «I nostri centralini telefonici sono aperti alle segnalazioni che stanno già arrivando - spiega ancora Primo Schönsberg - i nostri operatori rispondono sempre. Non sono pochi coloro che già in queste ore si sono rivolti ai nostri operatori per chiedere come poter fare visto che sono rimasti senza lavoro. Le segnalazioni giungono soprattutto da Bolzano e da Merano, decisamente meno dalla zona della val d’Isarco. Nel settore della locazione privata sono i proprietari di casa a temere di dover subire ripercussioni economiche negative. In molti casi gli inquilini avrebbero messo i locatori davanti al fatto compiuto semplicemente segnalando una decisione presa unilateralmente, quella cioè di non pagare più l’affitto sino a conclusione dell’emergenza sanitaria a seguito delle ristrettezze economiche derivanti dalla chiusura forzata di tutte le attività non essenziali. In una nota l’Associazione della Proprietà Edilizia - Confedilizia di Bolzano denuncia il fatto che i proprietari/locatori stanno già soffrendo le gravi conseguenze delle, pur condivisibili, norme anticontagio. «Sono già molti, infatti, i conduttori - si legge nel documento - che hanno sospeso il pagamento del canone locativo o che hanno preannunciato questa loro iniziativa unilateralmente, senza neppure consultare il locatore per tentare di accordarsi ragionevolmente».













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