L'omicida di Sarentino resta in cella

No del tribunale al ritorno in libertà di Stefan Kiem. Si attende la perizia


Mario Bertoldi


BOLZANO. Stefan Kiem resta in carcere. Ieri il tribunale del riesame ha respinto l'istanza di revoca dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Isabella Martin.
L'istanza di scarcerazione per l'omicida di Sarentino, presentata dagli avvocati difensori Umberto Musto e Giovanna Cipolla, non è stata accolta. In cuor loro i due legali speravano di poter aspirare a far subito tornare in libertà il loro assistito, indagato per omicidio volontario aggravato, ma così non è stato.
Stefan Kiem, che si consegnò spontaneamente ai carabinieri, ha confessato come noto di aver ucciso a Sarentino a colpi di martello, in preda ad un raptus di follia, la suocera Rosa Reiterer di 75 anni.
L'autopsia sulla salma della vittima accertò che l'anziana donna venne massacrata con una decina di martellate inferte con estrema violenza. Un «modus operandi», quello del presunto assassino, che lascia pochi dubbi sulla reale volontà omicida. Ed è proprio su questo punto che la difesa, con l'istanza di ieri al tribunale del riesame, ha inteso verificare possibili spazi di manovra per evitare che l'indagato sia costretto ad attendere in carcere l'epilogo processuale. Anche per reati gravi come l'omicidio volontario il nostro ordinamento prevede presupposti rigidi per la detenzione cautelare in carcere, che è ammessa solo per pericolo di inquinamento prove, pericolo di fuga e pericolo di reiterazione del reato. Il ricorso di ieri al tribunale del riesame sembra aver già portato all'esclusione dei primi due presupposti. Fu già il giudice Isabella Martin, al momento della spontanea consegna dell'uomo, a ritenere inesistente il pericolo di fuga al punto da non convalidare neppure il fermo disposto dal pubblico ministero Markus Mayr. Pare inesistente anche il pericolo di inquinamento delle prove, posto che l'indagato ha reso un'ampia confessione.
Unico scoglio per il momento insormontabile è quello relativo al pericolo di reiterazione del reato. Lo ha lasciato intendere chiaramente ieri il presidente del collegio. Sarà la perizia psichiatrica (che dovrebbe essere disposta nei prossimi giorni) a indicare se Stefan Kiem debba essere considerato pericoloso per possibili nuovi raptus di follia.

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