L'opera lirica per salvare l'Eden dalla crisi

Massimo Dalmaso: «Proiezioni notturne? Ci abbiamo provato...»


Fabio Zamboni


BOLZANO. Buio in sala. Inizia il film. Ma al Cinema Eden di Bolzano, dal piacere sottile del buio che annuncia lo spettacolo si potrebbe presto passare al buio totale, alla chiusura. «Il rischio c'è - ci dice il gestore Massimo Dalmaso, con il tono di chi è intenzionato a resistere piuttosto che ad arrendersi in fretta -, perché per reggere la concorrenza servirebbero mezzi tecnologicamente aggiornati e perché le sale a Bolzano sono davvero tante».

Ma la notizia di oggi, che arriva dallo "storico" gestore del cinema di Via Leonardo da Vinci, figlio d'arte di quel Dalmaso che gestiva anche il Concordia, è che il Cinema Eden, per "resistere" appunto, lancia una rassegna di cinema sull'opera lirica, in collegamento con i principali teatri lirici del mondo. Il 28 settembre, se risolveremo qualche piccolo ostacolo tecnico, partiremo con "Faust" in diretta dalla Royal Opera House di Londra.

I prezzi? Più che concorrenziali: mentre il Cineplexx per le proiezioni dell'opera chiede intorno ai 30 euro, noi resteremo ai 15 euro per le dirette e ai 12 per le differite. Prezzi più che popolari». Dunque un pizzico d'ottimismo c'è. «Diciamo che cerchiamo di resistere. E su un progetto culturale come questo credo che potremo anche noi chiedere un contributo all'ente pubblico».

A proposito di contributi, voi avete sempre criticato quelli elargiti al Filmclub, compreso il recentissimo assegno del Comune per l'acquisto di un proiettore digitale. «Con il Capitol sono in buoni rapporti, e quindi davanti al contributo di 25 mila euro che loro hanno ottenuto dal Comune dico soltanto che siamo alle solite: si aiutano le associazioni ma non i privati. Il vero scandalo - e lì sì, io alzai la voce - fu il regalo di 4 miliardi che una dozzina di anni or sono il Filmclub ebbe dall'ente pubblico per creare la multisala nel vecchio Capitol. Oggi la situazione è questa: da quando ha aperto il Cineplexx siamo tutti in crisi. Noi abbiamo resistito, e qualche risultato l'abbiamo ottenuto sconfinando nel cinema d'essai. Ma i numeri sono piccoli. Ora siamo stati costretti a passare al digitale, noleggiando un proiettore che non potremmo permetterci di acquistare come fa il Capitol».

Insomma il digitale segna la fine di un'epoca, anche perché la distribuzione, oggi, offre pochi film analogici. Di quell'epoca faceva parte il Cinema Concordia, chiuso da quasi dieci anni. Nostalgia? «Più che altro tristezza, nel vedere la sala di mio padre abbandonata a sé stessa. La chiusura era stata motivata dall'imminente costruzione di un nuovo palazzo, ma ancora non si vede nulla. Per quanto riguarda il digitale, si fatica a reperire pellicole che non siano in digitale, dunque è un passaggio obbligato».

In molti, in città, si lamentano per la mancanza di proiezioni notturne. Del resto la Bolzano by night sembra più vivace di qualche anno fa. «Ci abbiamo provato, quando ancora si lavorava bene. Addirittura con certi titoli facevamo la proiezione di mezzanotte, ma in sala c'erano 20 persone. Dopo l'apertura del Cineplexx, abbiamo scelto una strada intermedia: il primo spettacolo alle 18, l'ultimo intorno alle 21. Di più non possiamo fare».













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