L'Ordine dei medici denuncia"Troppi ricoveri a Bolzano"

Il presidente Michele Comberlato spiega così il sovraffollamento del reparto di Medicina interna del San Maurizio, segnalato con una lettera dal primario e dai trenta professionisti della divisione



BOLZANO. Tra la medicina di base e gli ospedali c’è il vuoto. E la conseguenza è il sovraffollamento delle strutture, soprattutto in alcuni reparti. Questo il parere di Michele Comberlato, presidente dell’Ordine dei medici, dopo la lettera che reparto e primario di Medicina hanno inviato ai vertici dell’Azienda.
 «Quella di Medicina interna è una divisione di grandi dimensioni, con particolari problemi gestionali - commenta Comberlato - ma anche altre divisioni vivono lo stesso problema al San Maurzio: ad esempio a gastroenterologia, dove lavoro io, proprio in questi giorni siamo stati costretti a fare sei ricoveri in altri reparti per mancanza di posti letto. Una situazione - prosegue il presidente dell’Ordine - che può essere risolta solo con una riforma strutturale della sanità altoatesina».
 Comberlato analizza la situazione partendo dai contenuti del convegno che l’Ordine dei medici ha organizzato un paio di giorni fa proprio sull’organizzazione dei servizi sanitari. L’Alto Adige risulta, con la Lombardia, la provincia più ospedalizzata d’Italia: «Una situazione che ci fa precipitare agli ultimi posti nelle classifiche nazionali», spiega Comberlato. «Non voglio entrare nel merito del documento di Medicina, che per altro non ho ancora letto integralmente, tuttavia ritengo che il disagio esposto sia proprio la conseguenza della politica dell’ospedalizzazione. Da anni - prosegue - diciamo che bisogna organizzare una rete di servizi sanitari extra ospedalieri, ma cambiare lo status quo, una tradizione radicata, è davvero difficile».
 La soluzione praticabile? «Bisogna cambiare metodo. Questo - spiega Comberlato - non significa che i medici di medicina generale non fanno il proprio dovere: il problema è che tra loro e gli ospedali non c’è nulla. Con i medici di base, gli ospedalieri, l’Azienda sanitaria e l’Assessorato dobbiamo costruire nuovi percorsi di gestione, pensare a passaggi intermedi, come i poliambulatori: gli ospedali devono essere intesi come centri di cura per patologie acute, per tutti gli altri pazienti bisogna pensare ad una gestione differente. A tutto questo, in futuro, dovremo aggiungere la carenza di medici: si calcola che in Italia nel 2021 il fabbisogno sarà di 25 mila medici». Meno ospedali e più territorio potrebbe essere lo slogan per sintetizzare il suo pensiero? «E’ corretto».
 Emila Romagna e Toscana svettano nelle classifiche nazionali per qualità del servizio sanitario: «E non a caso a Pistoia si sta progettando il nuovo ospedale con 600 posti letto per un bacino d’utenza di poco meno di 300 mila persone - spiega Michele Comberlato - solo il San Maurizio oggi ha un’offerta di 850 posti letto, ma per un bacino d’utenza di circa 220 mila persone».
 Vale ancora il detto che tanti ricoveri uguale a maggiore competenza dei medici? «Direi che vale la regola che troppi ricoveri mandano in crisi un reparto e a risentirne è proprio la qualità: il problema non è solo fare meno ricoveri, ma fare quelli davvero necessari, in modo - aggiunge il presidente dell’Ordine - da garantire le cure adeguate».
 In Alto Adige manca il piano sanitario dal 2003: «Il presidente Luis Durnwalder ha detto che lo vuole presentare entro giugno: ben venga il nuovo piano sanitario - conclude Comberlato - purché contenga delle gocce di novità». (g.f.p.)













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