L’ufficiale si tolse la vita sotto il peso del sospetto 

Chiusa l’inchiesta sul suicidio del colonnello Muscogiuri. L’indagine ha dimostrato la sua assoluta correttezza nella vicenda legata alla fornitura di alcuni blindati in Afghanistan


MARIO BERTOLDI


Bolzano. La Procura della Repubblica ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta a carico di ignoti per il suicidio (avvenuto il 5 aprile 2017) di un ufficiale degli Alpini in servizio a Bolzano, presso il Comando truppe alpine, dopo la partecipazione ad una missione di pace in Afghanistan.

L’indagine, affidata al sostituto procuratore Daniela Pol, era stata avviata per accertare se qualcuno potesse aver indotto l’ufficiale a togliersi la vita dopo essere stato coinvolto in un’indagine sull’acquisto di alcuni mezzi blindati destinati ai soldati italiani impegnati nella missione.

Da alcuni controlli erano emerse discrepanze sul tipo di blindatura richiesta per alcuni mezzi destinati al nostro esercito e quanto effettivamente pagato dal Ministero della Difesa. Il procedimento avviato davanti al tribunale militare per una differenza di 35 mila euro si concluse con il pieno proscioglimento di tutti i militari inquisiti. Venne infatti dimostrato che la modesta somma era stata incassata da un intermediario direttamente in Afghanistan e che all’epoca il colonnello Antonio Muscogiuri intervenne nella vicenda a fatti già avvenuti.

L’inchiesta di Bolzano ha anche ribadito non solo l’assoluta estraneità del colonnello da condotte scorrette ma anche che nessuno, proprio per questo, avrebbe potuto indurlo o aiutarlo a farla finita. L’indagine condotta dalla Procura di Bolzano non ha individuato il movente dell’insano gesto dell’ufficiale in servizio a Bolzano ma ha ribadito che la sua condotta in servizio fu sempre assolutamente irreprensibile. Il che autorizza a ipotizzare che il colonnello non ha retto alla vergogna che gli provocava il solo sospetto che all’epoca lo aveva travolto.

La convocazione davanti al tribunale militare per la prima udienza del processo (finito con una maxi assoluzione generale) ha poi fatto il resto.

Sette anni prima per la stessa vicenda si era tolto la vita anche un altro ufficiale (il capitano Marco Callegaro) i cui famigliari sono poi riusciti ad ottenere un indennizzo speciale dallo Stato per motivi di servizio, posto che anche in quel caso la condotta della vittima era risultata assolutamente corretta, addebitando di conseguenza la decisione di togliersi la vita probabilmente ad un periodo di eccessivo stress. «E’ una vicenda tragica - ha commentato l’avvocato Alberto Valenti che ha seguito l’inchiesta per conto della famiglia del colonnello Muscogiuri - che fa capire cosa significasse sia per il capitano che per il colonnello l’onore e la correttezza dell’agire a seguito della divisa che indossavano».

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