L’ultimo saluto ad Alex «Davi ritmo alla vita»

Centinaia di persone per il funerale di “Skikky” Radicchi nella chiesa a Laives Il tamburo della batteria accanto al feretro e il corteo delle «Abarth»


di Alan Conti


LAIVES. I motori e la musica. Il mondo del sindacato e la sua famiglia, la fidanzata, gli amici e i colleghi. Alex Skikky Radicchi era un ragazzo che sapeva unire nelle passioni e il suo ultimo saluto, nella chiesa di Laives, ha rispecchiato questa sua capacità di farsi voler bene. Su una pista come su un palco.

Sono arrivati in centinaia, occupando ogni angolo dell’ampia parrocchia, per stringersi assieme in un momento di sofferenza profonda.

A fianco della bara è stato appoggiato un tamburo della batteria di Alex, quella che accompagnava i concerti degli Skarn Rock. Una corona ricorda il loro affetto (“Gli amici Skarnerizzati” recita semplicemente il nastro). I rappresentanti della Musikkappelle di Laives, invece, hanno con sè il cappello di Skikky.

In prima fila, in chiesa, ci sono i genitori e le sorelle di Alex circondati dall'abbraccio del mondo sindacale che si è stretto a Romolo Radicchi, storico esponente della Cgil. Tra gli altri presenti l'ex segretario Lorenzo Sola, Fabio Parricchini della Cgil/Fiom, Elena Fabiani dell'ufficio stampa Cgil e Maurizio Surian di Cgil/Filcams. Sull'altro lato della panca la fidanzata di Alex, Stephanie, appoggia un cuore di rose rosse dedicato al suo amore sulla bara con una semplicità che commuove. Le amiche non la lasceranno sola un secondo.

L'omaggio ad Alex del mondo motoristico, invece, è visibile già parecchi metri lontani dalla chiesa: un'infilata di auto motorizzate Abarth parcheggiate lungo via Pietralba. In gran parte Fiat, logicamente. Erano una delle passioni di Skikky e sono i gioielli dell'Abarth Club Dolomiti che ha depositato a sua volta una corona nel corridoio d'entrata alla chiesa. A fianco anche i fiori dell'Iveco Defence, dei colleghi del collaudo e della direzione con il personale della Cgil.

Qualcuno, invece, ha portato con sé uno strumento musicale in chiesa, proprio come lui ha salutato tutti con un tamburo vicino. Note, musica e ritmo, soprattutto ritmo. «Come percussionista e amante dei motori Alex ha dato ritmo alla vita di molti – le parole di don Massimiliano de Franceschi – e con questo lo manteniamo vivo in noi. Continuando a rispettare questa sua cadenza giusta, il suo entusiasmo e il suo costante incoraggiamento non lo allontaneremo mai e lui continuerà ad essecrci vicino. Abbiamo con noi tanti fratelli e sorelle che possono aiutarci. Ognuno di noi ha incontrato in questo ragazzo un tesoro prezioso da custodire, una perla che non si può perdere e rimarrà a vivere in noi».

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