BOLZANO

L’ultimo volo di Uli in Svizzera per filmare l’amica

Emanuele stava riprendendo un salto della base jumper Roberta Mancino. Durante la discesa si è avvitato. Il tributo di tutto il mondo del “wingsuit”


di Alan Conti


BOLZANO. L’incidente di Uli Emanuele resta un rompicapo. Le autorità svizzere stanno cercando di stabilire la causa o le cause che hanno portato il trentenne di Pineta di Laives a schiantarsi contro le rocce del Lauterbrunnen nel cantone di Berna dopo un volo con la tuta alare. La dinamica, infatti, è chiara grazie alle testimonianze dei due base jumper che si sono lanciati assieme a lui: va approfondito l’aspetto tecnico.

Tragedia in Svizzera Muore Uli Emanuele Il base jumper si era lanciato per girare un video spettacolare per la GoPro Aveva 30 anni, era considerato uno dei massimi esperti a livello mondiale

Emanuele era il secondo in una sequenza di tre lanci. Aveva il compito di filmare il salto dell’amica Roberta Mancino che è certamente una delle migliori al mondo in questa disciplina. Modella di Anzio, infatti, Mancino è anche paracadutista e detiene diversi record nel freefly in formazione. Nella sua carriera conta oltre 80 lanci con la tuta alare e 8 mila con il paracadute: un’atleta molto esperta, dunque. Di sicuro il salto e la traiettoria erano stati studiati, anche questa volta, nel dettaglio. Ad un certo punto, in volo, Uli ha virato bruscamente verso destra e ha cominciato ad avvitarsi fino a terminare la sua corsa contro le rocce. Un impatto che non gli ha lasciato scampo. Nelle prime ore si era diffusa una ricostruzione nella quale si ipotizzava uno scontro di Emanuele con un altro base jumper britannico di 49 anni. In realtà si tratta di due episodi distinti. Nessuno dei colleghi che ha volato assieme a lui parla di contatti durante la discesa. Mancino ha preferito non parlare con la stampa, ma avrebbe fornito alle autorità tutte le indicazioni necessarie per cercare di capire la dinamica di quanto è accaduto. Non si può escludere nemmeno un errore umano durante il volo.

Ieri, intanto, i genitori di Uli si sono recati all’istituto di medicina di Berna per espletare le pratiche burocratiche necessarie per permettere alla salma di ritornare in patria. Non c’è, dunque, ancora una data certa per il funerale che dovrebbe tenersi in ogni caso la prossima settimana.

Ieri, intanto, la World Wingsuit League (l’organizzazione mondiale di chi si lancia con la tuta alare) ha realizzato un video commemorativo del fuoriclasse altoatesino. «Abbiamo perso un grande pilota e una splendida persona - scrive nella nota l’associazione - che ha contribuito con il suo straordinario talento a far conoscere il wingsuit nel mondo». Nella clip c’è anche un’intervista di Emanuele realizzata direttamente dalla Wwl. «Saltare è quello che mi piace di più al mondo - racconta - e io cerco semplicemente di fare il più possibile ciò che mi piace». Una scelta che è stata sportiva, ma anche di vita, con l’obiettivo di sovvertire il concetto di ritmo stressante e adrenalinico. «In Italia la filosofia è quella di lavorare duro per costruire la tua casa e la tua vita sul sacrificio e sui ritmi frenetici. Sembra paradossale ma io con il salto e tutto il suo studio cerco semplicemente di approcciarmi a tutto questo con più tranquillità, più lentamente. In tutto questo mi sono divertito di più, viaggiando per il mondo. In qualche modo ho cambiato una direzione verso la quale ero stato incanalato e che non volevo per me». Una vita fatta di ricerca e di attese. «Ogni salto è differente. C’è la salita in montagna e la ricerca. Quante volte ho speso tante ore di progettazione per poi rinunciare? Fa parte del nostro mestiere». Come il rischio. «Abbiamo bisogno di fortuna nel salto. Come tutti hanno bisogno di fortuna nella vita. Io cerco di non averne bisogno riducendo al minimo i margini di pericolosità. Così la fortuna posso tenermela nella vita di tutti i giorni».

Insieme ai genitori di Emanuele sono corsi in Svizzera anche gli amici più stretti per stare vicino alla famiglia e cercare di comprendere cosa possa essere successo. Come noto Uli non si trovava al Lauterbrunnen per un salto solo sportivo, ma stava realizzando un video per GoPro.

Si trattava di un appuntamento di lavoro. Non a caso anche la pagina Facebook ufficiale di GoPro ha reso omaggio ieri al suo angelo volante. «Il mondo del wingsuit perde un grande amico ed una leggenda. Uli Emanuele, grazie per aver condiviso con noi il tuo talento e la tua passione. Sarai sempre parte della famiglia di GoPro e il tuo ricordo rimarrà con noi». Continuano, intanto, i messaggi di cordoglio sul web e tanti sono i base jumper che lasciano un pensiero al “collega”. Con il saluto e una formula tutta loro: «Cieli blu Uli».

 













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