L’Unesco: «Soluzioni su misura per ogni Passo»

La Fondazione: «Ogni salita ha caratteristiche e flussi di traffico propri dunque dovremmo parlare di strategie differenziate, con vari strumenti»


di Maddalena Di Tolla


BOLZANO. Maria Grazia Santoro, architetta, è assessora regionale del Friuli Venezia Giulia alle infrastrutture e territorio ed è la presidente della Fondazione Dolomiti Unesco. Con molta diplomazia ma sulla base di una visione di lungo corso della Fondazione, espressione dei territori che custodiscono il patrimonio delle Dolomiti Unesco, ha risposto alle nostre domande in merito alla limitazione del traffico di auto e moto. Presidente, che posizione esprime la Fondazione?

Innanzitutto la Fondazione è un tavolo dove riunire la politica e i portatori di interesse dei territori e portare contributi informativi. Le decisioni le prende poi la politica. Detto questo, esiste una base oggettiva dalla quale partire: è lo studio prodotto dall’Eurac, dal titolo “I passi dolomitici. Analisi del traffico e dei suoi impatti e proposta di misure di gestione”. Lo studio si pone in continuità con l’attività di ricerca di Eurac in collaborazione con Fondazione Dolomiti Unesco. Citiamo altri due studi: “Turismo sostenibile nelle Dolomiti. Una strategia per il bene patrimonio mondiale Unesco” (Elmi, Wagner, 2013) - che mirava a definire le strategie per uno sviluppo sostenibile del bene patrimonio dell’umanità - e “Turismo sostenibile nelle Dolomiti. Approfondimento dell’analisi” (Elmi, 2014; Omizzolo, Bassani, 2014), che approfondiva l’analisi della domanda, dell’offerta e dell’accessibilità tramite mezzi di trasporto pubblico in 22 punti di accesso selezionati). Il problema del traffico importante, tanto è vero che dalle valutazioni dell’ Unesco è emerso come criticità. Per questo abbiamo commissionato lo studio di cui parlavo prima. Crediamo che sia un tema complesso e che vada affrontato con strumenti di conoscenza adeguati.

Nel dibattito sono emerse varie idee: pedaggio, chiusura a fasce orarie, ampliamento dell’offerta di mobilità con parcheggi di attestamento. La Fondazione quale valutazione dà di queste idee?

Ribadiamo la complessità della situazione e la necessità di fondare le soluzioni su una base fattuale, conoscitiva. Lo studio Eurac evidenzia come ogni passo abbia caratteristiche e flussi di traffico propri, dunque dovremmo parlare di soluzioni differenziate, con vari strumenti.

In autunno si terrà l’ispezione del comitato valutatore. Cosa si aspetta l’Unesco dal territorio? Abbiamo presentato il Piano strategico di gestione del bene. L’Unesco valuterà come riusciremo a rendere coerenti quelle linee guida rispetto ai problemi come anche quello del traffico. Ripeto che la Fondazione ha un ruolo di coordinamento e non sostitutivo della politica. Diciamo comunque che se ipotizziamo che in un anno alcune azioni si possano realisticamente attuare, altre richiedono un tempo maggiore. Penso ad infrastrutture come i parcheggi o al servizio pubblico di mobilità che richiede appalti, investimenti, procedure. Stiamo parlando insomma di un processo e non di una possibile deadline precisa.













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