liberalizzazioni e orari dei negozi

La Cgil: i gemellaggi non bastano

Surian perplesso: più che con Trento si apra un tavolo locale



BOLZANO. «Orari e liberalizzazioni, più che gemellaggi coi trentini, serve un reale confronto locale». La Filcams/Cgil rinnova il suo appello alla politica, alla luce di una situazione che si ingarbuglia ogni giorno che passa: “E’ necessario aprire un tavolo comune tra le parti sociali interessate per trovare una risposta adeguata e concreta sulle aperture dei negozi”.

Lo dichiara Maurizio Surian, segretario generale della categoria del commercio che sulla questione liberalizzazione e sul nuovo gemellaggio tra gli assessori provinciali competenti di Bolzano e di Trento, Widmann e Olivi, nutre qualche perplessità: “Se l’idea è di unirsi per essere più forti - spiega Surian - giova ricordare che attualmente la provincia di Trento, in materia di orari di apertura dei negozi, rispetto a Bolzano, ha una forbice più ampia e, allo stato attuale, non riusciamo a comprendere verso quale direzione voglia andare l’assessore. Ci auspichiamo che la direzione che prenderà l’assessorato tenga conto dei riflessi che maggiori aperture potranno avere su chi opera nel settore ed anche sul tessuto sociale, rimarcando che attraverso queste decisioni tale tessuto può essere modificato in maniera decisa”.

“Andrebbe aperto un ragionamento sui riflessi economici che l’ampliamento degli orari potrebbe produrre - sempre Surian - uno degli obiettivi della liberalizzazione voluta dal Governo è quello di creare più occupazione. Andrebbe valutato se si tratta di occupazione stabile o di un aumento del precariato. Ad oggi, le catene che aprono nelle giornate domenicali e festive non hanno aumentato in maniera sostanziale i rapporti di lavoro a tempo indeterminato, ma hanno fatto fronte alle maggiori aperture con i propri dipendenti e con l’inserimento di alcuni contratti a termine. Occorre chiarezza anche sul fronte dei fatturati». ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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