La Lega correrà da sola, niente lista unita 

Da Urzì e Biancofiore appello a vuoto per un centrodestra senza divisioni. No del Carroccio che punta dritto alla giunta


di Francesca Gonzato


BOLZANO. È la Lega che dà le carte nel centrodestra per le elezioni provinciali e la Lega ha deciso di correre da sola. Questa è la linea del commissario Massimo Bessone e solo ordini opposti di Matteo Salvini potranno ribaltare la decisione. Bessone punta ad avere al più presto il via libera dei vertici, per definire la lista. «Ho chiesto a Salvini di potergli parlare. Spero che potremo incontrarci a breve», così Bessone. Nel poco tempo che resta, gli altri partiti di centrodestra provano a convincere Bessone e i big leghisti, con cui saranno tra l’altro alleati a Trento. Urzì sembra favorevole a un lista unica con nome nuovo, sganciata dai simboli. Questo proporrà a Bessone nell’incontro, anticipa, «che gli chiedo da alcune settimane. Il centrodestra non è mai stato così vicino al governo provinciale, sarebbe imperdonabile non approfittare di questa occasione storica, con un Pd in crisi conclamata». Ma proprio Urzì è uno dei motivi per cui in casa della Lega non è mai stata presa in considerazione una lista unica. La Lega ha i voti, grazie al successo nazionale, ma avrà candidati più deboli rispetto a Urzì, consigliere uscente, nella raccolta delle preferenze, perché debuttanti o quasi. Escluso quindi, è la linea, che la Lega grazie al suo peso serva sul vassoio a Urzì la quinta rielezione. Michaela Biancofiore (Forza Italia, non candidata) più pragmaticamente propone alla Lega «una lista di coalizione, con i simboli dei partiti e i candidati di tutti, naturalmente con una preponderanza della Lega. Parliamoci chiaro, nessuno di noi ha 35 fenomeni da mettere in lista. Uniamoci, portiamo i personaggi più forti e andiamo a vincere». Manca all’appello Fratelli d’Italia, di cui Urzì è coordinatore regionale e Marco Galateo coordinatore provinciale. Nello scenario probabile del «liberi tutti» non è escluso che si arrivi ad avere la lista di Alto Adige nel cuore più la lista di Fratelli d’Italia. Nel 2013 il centrodestra conquistò due seggi, per Urzì ed Elena Artioli. Bessone, che sarà capolista, si gioca la partita più importante, l’elezione e, chissà, la giunta: «Perché siamo così convinti di andare da soli? Perché non vogliamo snaturare i nostri ideali, che non coincidono in tutto con quelli di Urzì e Forza Italia. Il centrodestra è la nostra alleanza naturale, ma alle provinciali una lista unica potrebbe compromettere gli scenari futuri». Questa la traduzione del pensiero di Bessone: la Lega ritiene che portare al tavolo delle trattative con la Svp anche Urzì e Forza Italia potrebbe compromettere le possibilità di ingresso in giunta. Urzì ribadisce: «Liste divise significa disperdere centinaia, se non migliaia di voti di centrodestra. Uniti possiamo eleggere almeno quattro consiglieri e con questa forza presentarci alla Svp. Fare quattro-cinque consiglieri significa che ci possiamo essere sia io che gli eletti della Lega e anche altri. Dove sta il problema? La Lega da sola farà due eletti? Siamo sicuri che basterà per smarcare la Svp dal Pd? E se anche fosse così, a quali condizioni la Lega entrerebbe in giunta? Quanti sì dovrebbe dire alla Svp?». Anche di elezioni Bessone ha parlato nel suo incontro di giovedì con la ministra Erika Stefani: «Abbiamo discusso di autonomia, di competenze e buon governo provinciale, che deve passare verso il rispetto dei tre gruppi linguistici, con meno polemiche e meno investimenti in futili dispute di carattere linguistico e più libertà per quello che invece riguarda i fatti e la gestione di risorse e politica locale. Una Lega che può dire la sua in Alto Adige potrebbe essere un punto di svolta alla cattiva politica del Pd, soprattutto in materia d’immigrazione, e un ottimo collegamento tra il governo locale e quello romano. Naturalmente però tutta questa è e rimarrà teoria, se non sarà accompagnata da un ingresso di nostri rappresentanti nel consiglio provinciale».

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