La manovra taglia 2.700 euro ai deputati Svp

Indennità mensili dimezzate per i liberi professionisti Brugger e Zeller: «Ora paghino anche i consiglieri»


Mirco Marchiodi


BOLZANO. Una stangata da 2.700 euro al mese. Tanto costerà la manovra economica ai parlamentari che, svolgendo una qualsiasi attività lavorativa, percepiscono un reddito extra pari almeno al 15% dell'indennità da deputato o senatore, che ammonta a 5.486,58 euro netti mensili. Nell'articolo 13 del Titolo IV della manovra del governo si stabilisce infatti che a deputati e senatori che rientrano in questa categoria, l'indennità parlamentare sarà ridotta del 50%. 

In Alto Adige la misura colpisce in particolare i parlamentari della Svp. La senatrice Helga Thaler-Ausserhofer fa la commercialista, i deputati Siegfried Brugger e Karl Zeller accanto all'attività politica portano avanti quella da avvocato nei rispettivi studi legali. «Ma il fatto di essere indipendente e di non dover vivere di politica per me è sempre stato importante, vale anche 2.700 euro al mese», dice Zeller. 

Esclusi i parlamentari locali dei partiti italiani, da Michaela Biancofiore e Giorgio Holzmann del Pdl a Gianclaudio Bressa e Luisa Gnecchi del Pd. Per loro, così come per tutti gli altri parlamentari, scatterà comunque un onere aggiuntivo rispetto ai cittadini: per deputati e senatori è infatti previsto un contributo di solidarietà raddoppiato, pari quindi al 10% per la parte di reddito eccedente i 90 mila euro e al 20% per quella superiore ai 150 mila euro. In soldoni, visto che un deputato semplice ha un reddito imponibile annuale di 140.443,68 euro, si tratta di almeno 5.000 euro.  Karl Zeller fa però notare una distorsione o, così come lo definisce lui, «un probabile errore materiale». Ovvero: il super-contributo di solidarietà scatta per deputati, senatori e membri degli altri organi costituzionali.

Anche per un esperto di diritto pubblico come il deputato Svp non è chiaro se nella voce "altri organi costituzionali" figurino consiglieri provinciali e regionali e altri eletti come ad esempio i sindaci: «A livello teorico - spiega però - dovrebbero essere esclusi». E così nonostante indennità uguali o anche superiori a quelle dei deputati "semplici", agli eletti degli organi politici locali si applicherà il contributo ordinario previsto per tutti gli altri cittadini.

Altro risparmio evitato: la riduzione dei consiglieri regionali in base al numero degli abitanti non si applicherà al Trentino-Alto Adige, perché il numero dei consiglieri (70: 35 per ognuna delle due Province) è fissato dallo Statuto, che ha rango di legge costituzionale e non può essere modificata da un decreto legge.

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