il caso

La mappatura del Dna dei cani: ultimi giorni per mettersi in regola 

La profilazione genetica voluta dalla Provincia va effettuata entro il 31 dicembre: coinvolti 40 mila altoatesini L’assessore Schuler: «Importante anche in caso di aggressioni». Critiche di Hintner (Veterinari) e Maturi (Assopets)


Daniela Mimmi


BOLZANO. Proprietari educati che girano con i sacchetti e puliscono quando i loro cani sporcano e proprietari maleducati che non fanno niente di tutto ciò. Ma tutti, “buoni” e “cattivi”, circa 40.000, dovranno sottoporre i loro cani a profilazione genetica entro il 31 dicembre di quest’anno, salvo proroghe. Costo, totalmente a carico dei proprietari, 65 euro. Chi non può permetterselo e semplicemente vuole un amico peloso magari preso da un canile? Chi preleverà i campioni di feci? Chi farà gli esami del Dna? Chi affronterà i costi relativi ai cani non profilati, come ad esempio quelli dei turisti, praticamente un cane ogni due persone?

Abbiamo girato tutte queste domande all’assessore Arnold Schuler. «La maggior parte dei cani nelle nostre città sono i nostri. Conoscere il Dna dei cani serve anche in caso di attacco a altri animali o agli uomini», risponde. «Non sono sempre solo i lupi che attaccano. Chi prende il cane al canile sa che costa, dal cibo ai veterinari. Una volta c’era la tassa sui cani, annuale, adesso si paga una sola volta. Le feci saranno prelevate dalla polizia municipale». E i laboratori? «Non abbiamo ancora pensato dove e chi farà gli esami. Pensiamo a un laboratorio per quell’uso a Bolzano», così Schuler, «Si dovranno pagare anche gli esami dei cani dei turisti. I cani aumentano in provincia di 3.000 unità all’anno. Una volta erano 1.000. Ci sono problemi anche igienici. La comunità si prenderà a carico non solo la pulizia, ma anche la gestione della mappatura dei cani». Quanto alla sanzione, prosegue, «ancora non è stato deciso, anche perché i costi nel corso di questi anni sono aumentati. I cani in Provincia sono circa 39.000 e ne sono stati profilati finora solo 2.200, ma da qui alla fine dell’anno molti la faranno, come sempre ci sono quelli che aspettano all’ultimo minuto, e poi li solleciteremo per lettera. Del resto sono ormai due anni che la gente sa che deve fare il tracciamento per il Dna». Filippo Maturi è il presidente di Assopets, associazione di tutela dei proprietari di animali a livello nazionale che ha organizzato una raccolta di firme contro il decreto. «L’abbiamo organizzata sia online che fisica a Bolzano, Merano, Bressanone e Bassa Atesina e sta andando molto bene. Siamo a oltre 5.000 firme e altre migliaia le hanno raccolte altre associazioni», riferisce Maturi, «La cosa più interessante è che hanno firmato tanti che non hanno cani: perché è una legge ingiusta, che non risolve il problema e che soprattutto ha costi enormi di gestione. Noi contiamo sulle promesse pre-elettorali della nuova giunta, molti si erano dichiarati contrari. I politici devono pensare a chi è solo e va a prendersi un cagnolino al canile. Amare non deve essere un lusso». Franz Matthäus Hintner è il presidente dell’Ordine dei veterinari ed è decisamente contrario al decreto: «Fin dall’inizio ci siamo battuti in tutti i modi per fermare questo decreto. Abbiamo incontrato tutti, spiegato tutto, ma non c’è stato niente da fare. È un decreto che non serve a nulla. È solo una mossa politica. Io abito vicino a Merano, ogni due turisti c’è un cane. Chi paga gli esami di quei cani? Nei masi ci sono tanti cani che non scendono mai in città. Perché dovrebbero pagare per gli altri? Senza contare che ci sono i proprietari educati che devono pagare per quelli maleducati. Noi a questo punto siamo obbligati ad applicare la legge, non possiamo fare altro. Secondo noi veterinari dovrebbero semplicemente esserci più controlli in giro».

 













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