La mozzarella doc? Parla sudtirolese

L’offerta delle latterie altoatesine si è diversificata


dei Angelo Carrillo


BOLZANO. Con lo “spumante a colazione” questa mattina si avvia a conclusione la terza edizione del Festival del Gusto che festeggia i 10 anni del Marchio di Qualità Alto Adige.

Dalle 10 alle 14 presso il giardino dell’Hotel Laurin musica e spumanti dell’Alto Adige e assaggi della buona cucina di Manuel Astuto. Da non perdere. Prosegue sulle altre “piazze” fino al pomeriggio inoltrato il programma tematico dei prodotti. Dal latte alle mele. Dalla Grappa al miele. Pane, Speck, erbe aromatiche. Di tutto di più.

Peccato solo per la birra che ieri, ha chiuso i battenti, a Castel Mareccio dopo due giorni all’insegna di luppolo &co che ha registrato molti consensi. Rimarrà aperto un punto informativo in via Argentieri dove spillare e assaggiare anche un po’ di gustosa birra artigianale altoatesina.

Tra le “piazze” del gusto che hanno raccolto maggior successo c’è sicuramente Campofranco. Qui le latterie oltre ad un bel programma per bambini hanno proposto la grande varietà di formaggi che le latterie producono in tutti gli angoli dell’Alto Adige. Il formaggio al fieno, il Graukäse, il burro frutto delle diverse fienagioni e persino le mozzarelle che ormai sono una buona alternativa a quelle industriali. Anche per la preparazione della pizza.

Altro comparto preso d’assalto quello dello speck. Abbiamo visto code ai banchetti per un panino farcito. Gli appassionati di questo prosciutto affumicato e stagionato sono sempre più numerosi e il prodotto migliora costantemente dal punto di vista qualitativo. Interessante anche i segmento pane. Importante non solo per il ruolo economico e tradizionale che svolge, ma anche perché completa la filiera dell’agroalimentare locale. Sempre più numerosi sono i panificatori che utilizzano il regiograno: il farro prodotto in Alto Adige per le loro pagnotte.

Tanti anche i tipi di pane alla frutta che impiegano mele dell’Alto Adige, pere Pala della Val Venosta. Albicocche, noci e ingredienti dei più disparati secondo la fantasiosa tradizione locale. Decine e decine di diverse tipologie di pane e di grani utilizzati. Inoltre fanno capolino anche specialità da tempo dimenticate, come i krapfen lievitati farciti con i semi di papavero. Il pane dei montanari, ricco di noci semi.

Poi gli antichi pani di segale della tradizione montanara preparati sempre più spesso con la tradizionale pasta madre. Buonissimi. Di fianco i succhi e gli sciroppi. Da quello più diffuso di mele, allo sciroppo all’ortica. Una vera e golosa scoperta. Non manca la carne, che fa parte dei prodotti di qualità e di recente anche le uova che si stanno trasformando in un fenomeno di massa. Tra queste anche quelle di quaglia che sono una valida e salutare alternativa alle uova di gallina.

Chiudiamo con la novità di quest’anno: craft Bier. Il salone delle birre artigianali organizzato a Castel Mareccio. Piccoli produttori provenienti dall’Italia, Germania e Austria hanno animato la due giorni di Bolzano. Un vero successo che molto probabilmente verrà replicato l’anno prossimo.

Persino la Forst ha aderito all’iniziativa per rimarcare che la sua filosofia non è affatto ostile alle piccole realtà artigianali. Una bella novità.

Molte le curiosità di questo settore in piena espansione di cui a nord delle Alpi sono veri maestri. A cominciare dai calici che sempre più spesso sostituiscono per la degustazione i pesanti boccali della tradizione. Strumenti per assaporare e meglio sentire gli aromi del luppolo e del malto. Schemi di abbinamento con il cibo e persino il set di armi per perfezionare la degustazione.

Insomma una edizione del festival con molti meno appuntamenti e fuochi d’artificio delle scorse edizioni ma sempre interessante e imperdibile.

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