Bolzano

La nuova piazza Mazzini: vernici anti-vandali, alberi e panchine 

L’architetto Fierro è stato incaricato dal Comune di intervenire sull’area per riqualificarla: «Ma serve anche una manutenzione costante»



BOLZANO. «Piazza Mazzini non va rifatta, va riqualificata». Parola del suo autore. Almeno per una ragione: ha ormai 25 anni. Partendo da una premessa: «È inutile lavorarci se non si organizza da subito la sua manutenzione. Perché una delle ragioni del degrado di oggi è che in tanti anni ci si è dimenticati di farlo».

Stanislao Fierro è l’architetto delle piazze. E non solo perché a Bolzano ne ha restituite alla città tante e diverse: da piazza Tribunale a piazza Magnago fino alla rivoluzionaria piazza Università. Passando così dai vuoti modernisti ai riempimenti naturalistici. Dai dolmen di pietra ai ciliegi. Ma Fierro, di piazza Mazzini non è solo l’originario progettista, è anche, in virtù della sua esperienza in materia (è docente all'ateneo veneziano) l’attuale consulente al ripristino. Urgente, se non urgentissimo. Visto che è divenuto anche luogo di stazionamento di tutto quel popolo che prima occupava i giardini del monumento e anche di altri gruppi non ben identificabili. Ma che lasciano il segno. E che segni.

Basta dare un’occhiata allo stato dei cubi ai due estremi dello slargo, che hanno perduto il loro nitore razionalista per via di orribili scritte indelebili. O allo stato della fontana. Ma adesso si riparte. Proprio Fierro ha presentato in Comune il suo progetto. È sotto esame negli uffici. Sarà integrato e discusso. Ma c’è, finalmente.

Da dove si riparte, architetto?

Ci sono due piani. Il primo è la riqualificazione. Ma ancora davanti a questo tavolo c’è la manutenzione. Non si può pretendere che luoghi aperti, pubblici, comodi da raggiungere si preservino da soli.

Intende che andrebbero costantemente ripuliti ?

Non solo. Intendo che se la luce salta, va aggiustata, se l’acqua non scorre più bene o scompare vanno aggiustate le tubature. In 24 anni è cambiato il mondo.

Nel senso che la piazza ha altri abitanti ?

Da ormai trent'anni non c'è stazione, piazza, strada, palazzo in tutta Europa che non sia aggredito dai vandalismi. Soprattutto dalle scritte. Quando l’abbiamo pensata, piazza Mazzini, era difficile pensarla come una fortezza. Che le pietre sarebbero diventate, anni dopo, un tela da sporcare. Che le luci della fontana, perché la fontana era illuminata, sarebbero scomparse. E tutto il resto.

Dunque, adesso che si fa?

Si parte dalla protezione. Io avrei previsto diversi materiali nuovi per schermare le pietre degli ingressi dei garage. Di più facile ripulitura. Alberature da far scorrere vicino ai portici, nuove panchine, una sostanziosa integrazione dell'impianto illuminante e una serie di migliorie.

E la protezione ?

Deve arrivare dalla manutenzione strutturata e non estemporanea e anche, se possibile, dall'installazione delle telecamere .

Perché proprio piazza Mazzini ha subito questo degrado?

Ricordate come era nata? C’era addirittura un gommista sotto i portici. Il problema per un po’ di tempo, anche con la piazza rinnovata, è stato: come far arrivare lì sopra le auto. In realtà il progetto è stato attuato pensando ad una integrazione architettonica con il contesto. Palazzo Rossi pretendeva un preciso rimando all’epoca. E dunque le pietre di rivestimento dei cubi. C’erano citazioni della Bolzano prima della guerra con le pietre del vecchio teatro bombardato. Poi la fontana, perché togliesse rigidità al panorama architettonico. È poi una piazza piccola, pensata come anello tra i due tratti di corso Libertà.

Andrebbe ripristinata questa unità si insiemi, o no?

Una visione d’insieme sta alla base di ogni scelta urbanistica. Ora corso Libertà vive una profonda trasformazione. Piazza Mazzini dovrà per forza entrarci dentro. Perché sarebbe difficile preservarla anche con le migliorie in progetto, senza tornare a renderla viva. E questo si ottiene pulendola, abbellendola, rendendola più pratica ma anche, se non soprattutto, riempiendola di persone. Va fatta rioccupare dai cittadini. Non è solo con il design che si risolvono le questioni sociali. P.CA.

 













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